Il governo sulle aperture oggi ha preso "un rischio ragionato, un rischio fondato sui dati che sono in miglioramento".

Lo ha detto il premier Mario Draghi confermando che la cabina di regia "anticipa al 26 di questo mese l'introduzione della zona gialla, ma con un cambiamento rispetto al passato, nel senso che si dà precedenza all'attività all'aperto, anche la ristorazione a pranzo a cena e alle scuole tutte, che riaprono completamente in presenza nelle zone gialla e arancione mentre in rosso vi sono modalità che suddividono in parte in presenza e in parte a distanza".

"La campagna di vaccinazione va bene, con tante sorprese positive e qualcuna negativa e questo è stato fondamentale per prendere le decisioni" sulle riaperture.

Saranno consentiti gli spostamenti tra Regioni gialle e, con un pass, tra Regioni di colori diversi.

Gli studenti delle superiori torneranno dunque a scuola in presenza al 100% a maggio in zona gialla e arancione, parallelamente alla riapertura di altre attività nel Paese. Quindi, nell'ultimo mese di scuola torneranno in presenza tutti gli 8,5 milioni di studenti italiani (al momento 6,6 milioni frequentano in presenza, circa 2 milioni a distanza).

La road map prevede che gli stabilimenti balneari e le piscine all'aperto riaprano il 15 maggio e il primo giugno anche le attività connesse alle palestre.

Intanto, secondo il monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute, l'Rt nazionale è sceso a 0,85, con un miglioramento del quadro epidemiologico in quasi tutte le Regioni (Sardegna esclusa), ha reso noto Roberto Speranza.

Draghi ha ringraziato il ministro della Salute "per tutto il lavoro che precede questa decisione e che l'ha permessa".

LO SCOSTAMENTO DI BILANCIO DA 40 MILIARDI - Con il Def e lo scostamento si fa "una scommessa sul debito buono", ha detto ancora Draghi.

"Franco ha enunciato il Def e l'entità dello scostamento, 40 miliardi. Non merita attenzione solo la cifra ma il percorso di rientro dal deficit, che è poco meno del 12%, solo nel 2025 si vedrà il 3%. Questa è una scommessa sulla crescita: se la crescita sarà quello che ci attendiamo da tutti questi provvedimenti, dal piano di investimento, dal Pnrr, dalle riforme, pensiamo che non servirà una manovra correttiva negli anni a venire. Il processo si traduce in un'uscita dal debito per effetto della crescita", ha aggiunto il presidente del Consiglio.

"Il Pnrr è fatto di 191,5 miliardi circa, di cui 69 a fondo perduto, 122 prestiti, più 30 del fondo di accompagnamento al Pnrr", ha concluso Draghi.

(Unioneonline/F)
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