Un Rt troppo alto. Quando la settimana scorsa è stato pubblicato il monitoraggio dell'Iss che ha poi traghettato la Lombardia in zona rossa, è stato subito evidente ai tecnici della regione la "distonia tra il dato dell'Rt e tutti gli altri indicatori": dal tasso di incidenza, molto più basso di altre regioni finite in zona arancione, all'occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nelle aree mediche.

Cosa era successo dunque? A costringere alla chiusura migliaia di negozi per una settimana sarebbe stata una "sovrastima dell'Rt" riferito al 30 dicembre e "calcolato dall'Istituto superiore di Sanità".

La valutazione fatta non avrebbe tenuto conto di una novità introdotta con la circolare del ministero della Salute del 12 ottobre, quella che ha stabilito che un paziente può essere dichiarato guarito con un solo tampone molecolare e non più con due.

"Se c'è una situazione stazionaria e per certi versi decrescente - sottolineano le fonti - non è possibile che tu abbia un dato Rt così alto". A quel punto è iniziata un'interlocuzione tra i tecnici che avrebbe portato alla luce il perché dell'errore: appunto il non aver tenuto conto della modifica introdotta con la circolare di ottobre.

LA RETTIFICA DELL'ISS - La regione dovrebbe passare dunque in zona arancione già a partire da domenica. I dati della sorveglianza epidemiologica forniti due giorni fa, fa sapere l'Iss, "cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione. Pertanto, una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia".

Il 20 gennaio, rende noto l'Iss, la Regione Lombardia ha inviato l'aggiornamento della situazione epidemiologica nel quale era indicata "una rettifica dei dati relativi alla settimana 4-10 gennaio". Una rettifica "del numero dei casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio sintomi, quelli per cui viene data un'indicazione di stato clinico laddove assente". Cambiamenti che "riducono in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere confermati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo Rt".

(Unioneonline/D)
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