Zone rosse e chiusure "mirate" per scongiurare il temutissimo lockdown nazionale, con lo "scenario 4", quello più grave, ormai alle porte.

L'esecutivo aveva deciso di prendersi due settimane dall'emanazione dell'ultimo dpcm di domenica scorsa per stabilire altre restrizioni ma il dubbio che anche nella maggioranza si è insinuato in queste ore, ossia che sia già troppo tardi, potrebbe fare la differenza.

Ecco perché nel pomeriggio è stata convocata d'urgenza una riunione del Comitato tecnico scientifico. E il presidente del consiglio Giuseppe Conte avrebbe dato un'accelerata, anticipando a lunedì l'intervento al Parlamento sulle nuove misure contro la pandemia, per poi convocare in serata una riunione per discutere e definire un nuovo dpcm, stando a quanto si apprende da fonti di maggioranza.

ZONE ROSSE E SPOSTAMENTI TRA REGIONI - Al vaglio ci sono lockdown per due o tre settimane nelle aree dove i contagi corrono di più (in particolare le aree metropolitane di Milano, Napoli, Genova e Torino, una parte del Veneto e la Campania) e divieto di spostamento tra alcune Regioni salvo che per comprovate esigenze. Il tema sarà valutato domani proprio con le Regioni per capire cosa fare, se e come si riesce a differenziare.

L'esecutivo starebbe valutando anche di predisporre degli Hotel Covid dove ospitare persone che non avendo spazio a casa per isolarsi rischiano di contagiare i familiari.

Si ipotizzano anche nuove limitazioni ai negozi e un intervento sulla scuola: "La curva sta subendo un'impennata così rapida - ha ammesso Conte - che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza". Una delle opzioni sul tavolo è quella di garantire lezioni in classe fino alla seconda media, con didattica a distanza dalla terza media in su. Domani ci sarà appunto un confronto fra governo e Regioni, poi nuovi vertici di maggioranza, prima con i capidelegazione e alcuni ministri e dopo con i capigruppo.

IL QUADRO - La curva dei contagi intanto continua a salire: anche oggi si sono superati i 30mila nuovi contagi da coronavirus in tutto il Paese, con +972 pazienti ricoverati con sintomi e +97 in Terapia intensiva. Le Rianimazioni continuano sostanzialmente a resistere, ma sono diverse le Regioni già in sofferenza.

Per il momento la prima città a rischiare è Milano e tutta l'Area metropolitana, che sfiora quota 4.000 positivi: sono 3.979, di cui 1.607 a Milano città. E proprio su Milano il direttore generale di Ats Milano Città metropolitana, Walter Bergamaschi, lancia l'allarme: "La nostra stima sui contagi di questa settimana è che arriveremo a 20mila casi". Siamo appena all'inizio, come non nasconde il sindaco di Milano Beppe Sala: "Non sarà una cosa da tre settimane o un mese ma ci attende - dice chiaramente - un lungo inverno di grande difficoltà".

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata