Da nove anni ripagava un prestito da mezzo milione "erogato" dal clan, tra pressioni, minacce e botte, con tassi usurai pari al 120%.

Un incubo che durava dal 2011 e che l'imprenditore, di Castellammare di Stabia, non ha mai avuto il coraggio di denunciare. Ma il Covid ha cambiato tutto. A causa della crisi l'uomo non riusciva più a sostenere il debito e così ha scelto di rivolgersi alla Guardia di finanza di Napoli.

I finanzieri hanno arrestato due dei tre aguzzini: Nicola Esposito, detto "o' mostr", recluso al 41 bis, erede e braccio destro del boss Ferdinando Cesarano per il quale organizzò la sua celebre fuga dall'aula bunker di Salerno, già arrestato nel 2014. E sua moglie Annunziata Cafiero: ai due e a un loro familiare attualmente ricercato vengono contestati i reati di usura, estorsione e lesioni personali aggravati dal metodo mafioso.

LE INDAGINI - "Quando ci prendiamo il caffé?": dopo un silenzio durato per tutto il lockdown, la donna era tornata a presentare le sue richieste via WhatsApp pretendendo la "sua" quota di interessi per quel prestito da 550mila euro.

Anche con una certa fretta, perché le sue finanze erano fiaccate dal Covid. L'indagine della Guardia di Finanza di Torre Annunziata e della Compagnia di Castellammare di Stabia, coordinata dalla Dda di Napoli, ha evidenziato infatti che per la prima volta gli effetti deleteri della pandemia si sono fatti sentire non solo sull'imprenditoria e il commercio locale, ma anche sulle organizzazioni criminali.

Dopo tre mesi di lockdown gli usurai non ne potevano più, dovevano recuperare denaro, e dalle pressioni e dalle minacce sono passati alle percosse, mandando l'imprenditrice all'ospedale con un trauma cranico. "Un passo falso - dicono gli investigatori - costato caro visto che a questo punto la vittima, consapevole di non poter più pagare quella tangente dopo tre mesi di stop per il bar e il ristorante, ha deciso di rivolgersi agli investigatori facendo emergere un crimine che andava avanti da nove anni".

(Unioneonline/D)
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