Sono Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo i due macchinisti rimasti uccisi nel deragliamento, in provincia di Lodi, del treno partito stamattina da Milano per Salerno.

Cicciù, 51 anni, di Reggio Calabria, era molto vicino al mondo dei sindacati e lavorava da tanti anni come macchinista.

"La prevenzione - scriveva in uno dei suoi ultimi post pubblicati su Facebook - è da sempre l'arma migliore!".

"È stato uno dei primi sui nuovi treni dell'Alta velocità - ha raccontato il segretario lombardo della Fit Cisl Giovanni Abimelech -. Era una persona con grande esperienza, non certo un ragazzino, non era certo uno appena arrivato. È stato un nostro attivista e nostro delegato Rsu, era molto vicino alla nostra organizzazione e noi vicino a lui. Si faceva notare, arrivava sempre con il sorriso e ce lo ricordiamo tutti, anche se negli ultimi anni si era un po' allontanato perché aveva una nuova famiglia".

Quanto successo - ha aggiunto - è "senza spiegazioni perchè stiamo parlando di una delle infrastrutture più sicure al mondo, e abbiamo sempre avuto testimonianze in questo senso dagli esperti dell'alta velocità".

Per il 59enne Mario Di Cuonzo, originario del Casertano, il Comune di Pioltello dove risiedeva ha dichiarato lutto cittadino. Lo annuncia Ivonne Cosciotti, sindaco del Comune dove due anni fa deragliò un treno regionale, provocando tre morti.

"Ancora una volta - ha commentato - la nostra Città è ferita gravemente per fatti che superano ogni possibile giustificazione. Di Cuonzo Mario ci lascia. Sono vicina alla moglie e al figlio con un abbraccio che sono certa vale per ognuno di voi. Proclamo il lutto cittadino. Bandiere a mezz'asta".

(Unioneonline/D)
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