Gli investigatori hanno appurato che il clan dei sardi ha avuto un ruolo fondamentale nel delitto del 21 agosto 1968, in cui furono uccisi Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, per due motivi: o perché conoscessero il killer o perché hanno partecipato attivamente al delitto e ciò spiegherebbe il fatto che dietro ci fosse la stessa mano che scagionava il clan sardo ogni qualvolta uno di loro finiva in carcere con l’accusa di essere il Mostro.

Ci sono alcuni elementi che farebbero pensare ad un "Mostro" in divisa, come per esempio l’età anagrafica delle vittime, tutte sui vent’anni; giovani che certamente non reagirebbero di fronte a un uomo che si avvicina dopo aver rivelato la sua autorità chiedendo i documenti.

Nel delitto del 29 luglio del 1984, in cui persero la vita Claudio Stefanacci e Pia Rontini, il portafoglio di Claudio risultava forato. Lo stava esibendo alla persona che ha sparato?

È certo comunque che il Mostro di Firenze conoscesse bene chi si occupava delle indagini che lo riguardavano.

Dopo il delitto di Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot del 1985, il Mostro spedisce una busta anonima alla Procura della Repubblica di Firenze, indirizzata a Silvia Della Monica, contenente un lembo del seno della vittima. E se il vero "Mostro" avesse cercato in tutti i modi di lanciare un altro messaggio, un’altra sfida agli inquirenti per scagionare "Il Vampa" proprio come accadde con il clan dei sardi?

Questa è un'ipotesi, una suggestione, che sopraggiunge anche a seguito di un delitto avvenuto nel gennaio del 1992, a Barberino del Mugello, dove perdono la vita il 32enne Renzo Consigli e la moglie Antonietta Persiani di 31 anni. Un duplice omicidio che arriva dopo quasi sette anni di silenzio del "Mostro".

Non c’è nessuna mutilazione e non sembra che la coppia sia stata uccisa con la stessa arma utilizzata per gli otto duplici omicidi. Il killer ha esploso 9 colpi di calibro 7.65 su Renzo e 4 su Antonietta, al viso e al petto. Il delitto è stato scoperto da un cacciatore in una domenica pomeriggio.

Dalle indagini non sono emerse ombre sulla vita delle vittime. Si è ipotizzato un delitto passionale. È opera del "Mostro"? È successo in un periodo in cui Pietro Pacciani è il maggiore sospettato e l’opinione pubblica urla a gran voce la sua verità e mette alla gogna mediatica "Il Vampa".

Nel gennaio 1993 Pacciani viene arrestato con l’accusa di essere il responsabile. Il delitto di Renzo e Antonietta avviene nel 1992, in pieno ciclone mediatico-investigativo. Il 7 agosto del 1993, Francesco Vinci, uno dei massimo sospettati nella prima fase della vicenda, viene ritrovato assassinato insieme all’amico Angelo Vargiu in una pineta a Chianni. I loro corpi sono incaprettati e rinchiusi all’interno del bagagliaio di una Volvo bruciata. Una sorte tragica è toccata anche alla prostituta Milva Malatesta e al figlio Mirko, figlia di Renato e Antonietta Sperduto, che era stata amante di Pacciani e Vanni. La donna, insieme al figlioletto, è stata rinvenuta il 17 agosto 1993, poco dopo Francesco Vinci, anche lui suo ex amante, all’interno della sua auto data alle fiamme, proprio come Vinci. Anche questo delitto, come quello di Vinci, è rimasto senza colpevole.

Il 25 maggio 1994, Anna Milvia Mattei, prostituta e convivente di Fabio Vinci, figlio di Francesco, viene strangolata e bruciata nella sua casa a San Mauro. Chi ha ucciso Vinci e tutti coloro che erano a stretto contatto con lui? Dopo cinquant’anni la domanda rimane ancora una: chi è il "Mostro di Firenze"?.

"La mia ipotesi - dice Mary Petrillo, psicologa, criminologa, docente di criminologia all'università Niccolò Cusano e coordinatrice del Crime Analysts Team (CAT) - la espongo durante le mie lezioni di criminologia quando presento una mia ricerca sul caso, una metà analisi simbolica dei delitti di Firenze. Non credo al serial killer unico e del resto la criminologia ci presenta anche casi in cui ad agire siano due o più persone mosse da una stessa 'motivazione e patologia', che non li rende comunque incapaci di intendere e di volere. La mia ipotesi è che i vari livelli ci sono perché in un determinato momento storico del nostro Paese qualcuno aveva tutto l'interesse a creare 'distrazione, caos e paura' tra la gente per 'allontanarla' dalla difficile situazione politica in cui si viveva e questo qualcuno per fare tutto ciò si è servito di altri che spinti da loro perversioni si sono prestati".

Angelo Barraco
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