"Sentivo le voci dei bambini morti in mare che dicevano 'fai qualcosa di eclatante per noi ma non fare del male a questi bambini'".

Questa una delle risposte che avrebbe dato nel corso degli interrogatori Ousseynou Sy, l'autista di origine senegalese arrestato dopo aver dirottato, sulla strada Paullese alle porte di Milano, un bus con a bordo 51 studenti di una scuola media di Crema, dandolo poi alle fiamme.

Una strage solamente sfiorata grazie al sangue freddo di alcuni ragazzini a bordo del mezzo, che hanno dato l'allarme, e alla prontezza dei carabinieri intervenuti sul posto, tra cui anche un militare di origine sarda.

Dopo essere stato fermato, Sy ha dato le prime risposte alle domande degli inquirenti, che indagano per terrorismo, escludendo però legami con le frange dell'Islam estremo.

Piuttosto, quello del senegalese sarebbe stato un gesto dimostrativo, in solidarietà ai migranti che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l'Europa.

Secondo indiscrezioni, però, i discorsi di Sy sarebbero risultati agli inquirenti "a tratti sconnessi", tanto che trapela l'ipotesi di sottoporlo a perizia psichiatrica.

Di certo, Sy voleva dare "un'eco internazionale" all'azione che ha compiuto.

Lo ha confermato il suo legale, Davide Lacchini, dopo l'interrogatorio dell'autista nel carcere di San Vittore, a Milano.

L'uomo, ha aggiunto Lucchini, "ha risposto a tutte le domande, ha riconfermato le giustificazioni e la dinamica e ora il gip" prenderà una decisione.

(Unioneonline/l.f.)
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