Si terrà nel pomeriggio di oggi l'interrogatorio di convalida del fermo di Ousseynou Sy, l'autista che mercoledì mattina ha dirottato e incendiato uno scuolabus carico di bambini alle porte di Milano.

L'uomo - già con precedenti penali - è stato trasferito nel reparto dei protetti, quello riservato ai detenuti che non possono stare insieme ad altri come i pentiti, sex offenders, coloro che hanno compiuto reati contro donne e bambini e gli ex appartenenti alle forze dell'ordine.

LA RICOSTRUZIONE - E intanto escono fuori nuovi particolari su quella terribile mattina. Se i bambini del bus sono salvi lo devono a un ragazzino eroe, Rami, 13 anni, che ha avuto il coraggio di nascondere un telefono e chiamare i carabinieri. E a un appuntato sardo, Maurizio Atzori, originario di Cagliari e in servizio a Lodi, che appena ha ricevuto la telefonata ha avuto la prontezza di inviare i soccorsi e di coordinare con grande lucidità l'operazione che ha portato al salvataggio dei 51 piccoli studenti, due più grandi e una bidella a bordo.

Ieri Atzori, assieme ai colleghi che sono intervenuti per bloccare il bus e arrestare Ousseynou Sy ha incontrato alcuni dei ragazzi e ricostruito la vicenda. "Appena abbiamo ricevuto la chiamata non abbiamo perso tempo - hanno raccontato i militari - Siamo riusciti a intercettarlo con altre auto della compagnia di San Donato Milanese. Siamo riusciti a bloccarlo dopo alcuni chilometri. Tutti insieme siamo riusciti a infrangere alcuni vetri e a consentire ad alcuni bambini di uscire dal mezzo, anche perché l'autista aveva già appiccato l'incendio, speronando poi la nostra vettura e terminando la corsa contro un new jersey. Subito siamo riusciti a estrarre tutti".

Dal carcere, invece, il 46enne di origini senegalesi ha detto: "Questa cosa l'avevo in mente da un po': volevo andare a Linate per prendere un aereo e tornare in Africa e usare i bambini come scudo: ho sparso la benzina solo per evitare che i carabinieri sparassero".

(Unioneonline/s.a.)
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