Ha scatenato grandi polemiche l'annuncio dell'apertura di un'inchiesta penale sull'iter seguito per concedere il benestare al progetto di ampliamento da 40 milioni di euro in corso nello stabilimento della Rwm Italia, che si estende tra Domusnovas e Iglesias.

Alla preoccupazione manifestata dal sindaco di Domusnovas Massimo Ventura (che aveva, tra l'altro, parlato di "pacifisti dalla pancia piena" dando loro, sostanzialmente, la colpa dei recenti 150 esuberi decretati dall'azienda) e alla fiducia espressa dal sindaco di Iglesias Mauro Usai sull'operato dei propri uffici, avevano duramente replicato prima Sardegna Pulita poi anche la Confederazione Sindacale Sarda, sigle che hanno fatto del pacifismo e dell'ambientalismo una ragione di vita.

Nell'infuocato dibattito entra ora, in prima persona, anche l'amministratore delegato della Rwm Italia Fabio Sgarzi.

"Il modo migliore per tenere testa a chi si oppone all'esercizio della legittima impresa di Rwm Italia e, con esso, al diritto di quanti hanno scelto di lavorarci e basarvi la propria esistenza, è quello di perseverare nel lavoro e nel rispetto scrupoloso delle norme. È questa la maniera più efficace per ricordare a tutti che noi siamo altrettanto determinati a restare, a lavorare, a crescere".

Il manager parla di "azioni pretestuose, anche al limite della diffamazione, volte a impedire la crescita dello stabilimento o farlo chiudere, penalizzando l'azienda e, soprattutto, i lavoratori".

Si dice "sereno" riguardo all'indagine aperta sulla base di un esposto di Sardegna Pulita, confidando che il risultato "affermi definitivamente il corretto operato della società, dei comuni di Domusnovas e Iglesias e, degli altri enti coinvolti".

Il manager definisce "rassicurante" il fatto che "il 19 dicembre ci sia stata, nello stabilimento, un'ispezione dei luoghi relativi alle opere di ampliamento autorizzate ma che nessun sequestro sia stato disposto, né i lavori interrotti".

Nella nota parla anche del ricorso al Tar (causa rinviata al 1° aprile) contro gli ampliamenti in territorio di Iglesias (previsti i nuovi reparti R200, R210 e i locali connessi) da parte di 8 sigle pacifiste: "Il rinvio, chiesto dagli stessi ricorrenti, si deve al deposito di una perizia del consulente del tribunale che ha confermato le posizioni della società riguardo a tipo di produzioni e caratteristiche degli impianti, stabilendo che a Domusnovas non esiste, né esisterà anche dopo gli ampliamenti, nessun impianto chimico integrato come invece sostengono le controparti".

Intanto, rifiutando l'etichetta di "pacifisti dalla pancia piena", nel dibattito entra anche l'Unione Sindacale di Base, una delle 8 sigle che ha promosso ricorso al Tar contro gli ampliamenti.

Il coordinatore Salvatore Drago dà ad azienda, rsu e sindacati la colpa delle mancate conferme di 150 lavoratori: "L'azienda ha potuto abusare della contrattazione interinale ben oltre i limiti. Nessuno si è battuto per stabilizzare quei precari quando lo Yemen veniva bombardato anche con bombe sarde prima dello stop all'export deciso dal Governo".

Drago attacca anche sul "mancato rispetto delle norme di sicurezza" parlando di "un piano di emergenza risalente al 2012 impostato su produzioni civili non più in atto e mancante degli aggiornamenti previsti ogni qualvolta vi siano modifiche rilevanti agli impianti produttivi".
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