Con la prospettiva degli imminenti 160 esuberi nella fabbrica di bombe Rwm di Domusnovas per la riduzione di commesse, "conseguente alle decisioni ministeriali sul traffico d'armi verso l'Arabia Saudita, non vince nessuno. Così sono perdenti, unicamente e malamente, le maestranze in odore di licenziamento, senza neppure il conforto, per molti, degli ammortizzatori sociali".

Lo scrive il vescovo di Iglesias Giovanni Paolo Zedda esprimendo "dispiacere e grande apprensione" per la situazione e manifestando il proprio dissenso nei confronti della gestione del problema, a suo giudizio "assai approssimativa, unilaterale e non adeguata alla doverosa tutela del diritto ad un lavoro degno per tutti".

"Non vince lo Stato, che pensa di aver risolto il conflitto istituzionale con un intervento vago e con modalità che sanno di atteggiamento pilatesco - osserva -, non vince il Comitato per la riconversione Rwm, perché il loro progetto rimane incompiuto nella sola rivendicazione, finora teorica, di una riconversione. Non vince un certo tipo di pacifismo ideologico, perché la pace resta lontana e purtroppo laggiù si continuerà a morire".

Monsignor Zedda esorta quindi la politica "a non limitarsi al mero blocco delle esportazioni belliche, ma a ideare progetti immediati di sostegno ai lavoratori e a preparare ipotesi serie di riconversione e di progresso, con attenta responsabilità per lo sviluppo dell'intero territorio".

Invita poi il Comitato a "continuare a spendersi con determinazione per una seria ricerca di valide e urgenti soluzioni lavorative", e la stessa Rwm a "indirizzare produzione e progetti di ampliamento verso manufatti eticamente sostenibili e a sentire la responsabilità di una tutela del diritto al lavoro per i propri dipendenti".

(Unioneonline/F)
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