Da tempo varie associazioni antimilitariste (Italia Nostra Sardegna, Comitato Riconversione Rwm, Sardegna Pulita) avversano il progetto di ampliamento che la Rwm sta realizzando soprattutto nel territorio di Iglesias (lo stabilimento si estende tra Domusnovas ed Iglesias) chiedendo che ogni ampliamento del pacchetto da 40 milioni di euro venga sottoposto alla Procedura di "Valutazione di Impatto Ambientale" dell'assessorato regionale all'Ambiente.

Sulla loro testa cade però una tegola, almeno per quel che riguardo la realizzazione, nell'area iglesiente di San Marco, del nuovo Campo Prove R140, un'area scoperta di 150 metri protetta da terrapieni e provvista di un piccolo locale esterno.

Con una nota oggi l'assessorato all'Ambiente ha informato che "in applicazione della normativa vigente viene esclusa un'ulteriore valutazione d'impatto ambientale riguardo al nuovo Campo Prove R140".

La Rwm intende realizzarlo a San Marco e non a caso ha chiesto l'autorizzazione al Comune di Iglesias, provocando la reazione degli antimilitaristi con, tra l'altro, Italia Nostra Sardegna e Comitato Riconversione che alcuni giorni fa hanno fatto ricorso al Tar contro tutti gli ampliamenti Rwm previsti ad Iglesias.

L'enorme stabilimento della Rwm Italia (foto Simone Farris)
L'enorme stabilimento della Rwm Italia (foto Simone Farris)
L'enorme stabilimento della Rwm Italia (foto Simone Farris)

L'assessorato si sofferma però anche sulle implicazioni etiche dell'attività della Rwm: "Sul piano politico - afferma l'assessore Donatella Spano - resta ferma la posizione già espressa dal Presidente Pigliaru e da tutta la Giunta al Governo nazionale: i diritti umani sono una priorità non negoziabile e il Parlamento europeo ha più volte sollecitato l'adozione dell'embargo di armi europee verso un paese come l'Arabia Saudita. Chiediamo al Governo italiano di fare lo stesso. Riguardo ai posti di lavoro in Rwm - conclude l'assessore all'Ambiente - abbiamo richiamato Governo e Parlamento ad una riconversione dell'intera produzione sarda che tenga conto del mercato difensivo dei Paesi europei e dei nostri più stretti alleati".

Una presa di posizione che l'esecutivo regionale aveva già notificato al Governo con la "Lettera al Presidente Conte" firmata da Francesco Pigliaru.
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