Con una ventina di pazienti Covid al giorno, 130 persone già ricoverate nei vari reparti dell'Azienza Ospedaliero Universitaria e i posti per positivi saturi, il Pronto soccorso del Santissima Annunziata è in emergenza. Ieri una decina di persone erano ancora in attesa di sistemazione. Alcuni hanno bisogno di macchinari per la respirazione ma se non si dimette non si ricovera. Marzo non è solo un ricordo, ma un incubo che ridiventa realtà. Allora però c'era il lockdown, le persone stavano a casa e il Pronto soccorso era praticamente solo per pazienti Covid. Oggi c'è tutto il resto, traumi e patologie che possono uccidere proprio come il virus.

Sanità travolta

La seconda ondata della pandemia sta travolgendo una sanità pubblica fragile e chi doveva riorganizzarla non lo ha fatto. «La situazione è drammatica - spiega il direttore del Santissima Annunziata Bruno Contu (che è anche direttore sanitario facente funzioni della Aou) - arrivano decine e decine di pazienti Covid positivi e molti necessitano di terapia con l'ossigeno - prosegue - stiamo cercando di sistemarli dove gli impianti sono più efficienti, perché non dimentichiamo che l'ospedale è molto, molto vecchio». Attualmente sette reparti nelle Cliniche di San Pietro sono destinati ai pazienti Covid. Le ultime riconversioni sono state Clinica Medica, Patologia Clinica e Neurologia mentre si sta per convertire Urologia. Ci sono state proteste dei pazienti ma anche dei medici, alcuni dei quali verranno spostati nei reparti Covid. «Ma si deve sapere - ribadisce Contu - che le strutture ospedaliere dell'Aou sono state le uniche, sul territorio, a dare da subito risposte sia all'assistenza Covid sia a quella ordinaria. Abbiamo un unico Pronto soccorso e stiamo facendo quello che le nostre risorse ci consentono. Ma - sottolinea - non è vero che abbiamo abbandonato i malati, non abbiamo annullato alcuna attività. Ci sono stati solo spostamenti di reparto. Fintanto che potremo, resisteremo, ma ribadisco che la situazione è critica. E voglio ribadire l'appello alle persone perché non si rechino al Pronto soccorso se non in presenza di sintomi importanti. Chiamate il medico o la medicina territoriale».

Pandemia e inchiesta

Bruno Contu è tra i sei indagati per le morti in Cardiologia a marzo, quando il virus entrò in ospedale. Il reparto venne chiuso per quattro giorni, malati e personale e rimasero dentro, le proteste furono furiose. «Rispetto a marzo la situazione è differente - osserva Contu - ma oggi come allora facciamo la nostra parte. Di questo voglio ringraziare tutti gli operatori. Dico che allora il Santissima Annunziata ha salvato la città. C'era un'emergenza in un reparto che è stata cristallizzata e gestita. Come un incendio che viene isolato e limitato. È stato un luogo di cura ma anche di prevenzione. Rispetto alla primavera - conclude - la situazione epidemiolgica è peggiorata e la struttura è quello che è».

I tamponi

Intanto, l'Aou prosegue nella riorganizzazione dei reparti. Il Day Hospital reumatologico dalla palazzina della Clinica medica sarà trasferito al Santissima Annunziata, al primo piano. L'attività ambulatoriale andrà invece nel piano terra del palazzo Rosa. Infine, sempre a proposito di polemiche che investono la Aou, il direttore del laboratorio di Microbiologia Salvatore Rubino chiarisce che non c'è alcuna carenza di reagenti ma che «arrivano 1500 tamponi al giorno e, col grandissimo sforzo di tutti riusciamo a processarne sino a 800», precisa. Il laboratorio - conclude - analizza i tamponi che l'Aou svolge su dipendenti, pazienti in pre-ricovero, e day hospital e i tamponi inviati dal territorio prelevati dall'Igiene pubblica di Ats, che sono aumentati notevolmente.

Franco Ferrandu

© Riproduzione riservata