Nel destino di una persona a volte ci sono linee invalicabili, quelle di Marco Ledda, 34 anni, di Porto Torres, sono rappresentate da 400 euro. Di burocrazia.

Marco da sei anni vive attraverso dei giochi gonfiabili per i bambini, un piccolo parco divertimenti amovibile in Piazza della Renaredda, in una zona adiacente al molo di levante di Porto Torres.

Non c'erano grossi guadagni per Marco, ma a lui bastavano per vivere. E poi che gioia il sorriso di quei bambini: per loro Marco era l'uomo del divertimento, dei giochi, e infatti gli volevano bene.

Poi è arrivato il Covid, una mannaia per tutti. E anche per Ledda, rimasto 5 mesi senza un euro e senza sussidi.

Marco aspettava la buona stagione per ricominciare. Allora si rivolge al Comune per le autorizzazioni. "Ma mi hanno risposto che prima di piazzare i giochi ci sarebbero voluti 400 euro di tassa per il suolo pubblico - spiega - io però non li avevo, non avevo praticamente un euro in tasca, e infatti ho chiesto la rateizzazione. Neanche in questo caso - continua - ho ricevuto risposta positiva. Quindi non ho potuto piazzare i miei gonfiabili e continuo a essere senza soldi e soprattutto un disoccupato".

La piazza della Renaredda ora è deserta, non c'è neanche Anna, la brava e fantasiosa truccatrice. I bambini chiedono alle mamme dove sia finito il loro mondo fantastico. I piccoli non sanno che è annegato in una tassa da pagare. "Forse sarebbe bastato un intervento dei servizi sociali. In fondo poi non era una grossa cifra", conclude Ledda. Insomma, una via, volendo, si sarebbe potuta trovare. Applicare la normativa è sembrata invece la strada più semplice.
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