Nell’ambito della collaborazione fra il Corpo Forestale della Regione Sardegna e l'Arma dei Carabinieri, è stata avviata a febbraio un’attività di controllo nella Sardegna meridionale, e in particolare nella zona di Villasimius, Capoterra e del Gutturu Mannu.

L’intervento ha visto congiuntamente impegnati il personale del Corpo Forestale Regionale del Nucleo investigativo di Cagliari (NIPAF) e delle Stazioni Forestali di Cagliari e di Uta, i Carabinieri Forestali del Reparto Operativo - Sezione Operativa Antibracconaggio Reati a Danno degli Animali (SOARDA), il Nucleo Carabinieri CITES di Cagliari, oltre che con il contributo dei volontari del CABS, della LAV, della LIPU e del WWF.

Le forze hanno setacciato il Sud Sardegna, specialmente le aree costiere, ossia i luoghi frequentati dagli uccelli che qui svernano o sostano durante la migrazione dall’Africa per proseguire verso Nord e si rifocillano di bacche degli arbusti sempreverdi della macchia mediterranea.

La campagna è giustificata dal fatto che l’area era inclusa nei punti caldi del bracconaggio italiano, chiamati "Black Spot", dunque è necessario un adeguato monitoraggio per evitare che il fenomeno possa riprendere le precedenti dimensioni.

Nel corso delle operazioni sono state denunciati all’Autorità giudiziaria 6 persone, ma le attività di indagine sono ancora in corso per identificare ulteriori responsabili dei reati di uccellagione, caccia in aree protette e furto venatorio.

Inoltre, sono stati sequestrati circa 250 trappole metalliche a scatto, 45 lacci per avifauna e 2 per fauna minore, oltre a 20 reti da uccellagione.

(Unioneonline/F)
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