È ancora chiuso il pronto soccorso dell'ospedale San Martino di Oristano andato in tilt ieri mattina a causa di dieci pazienti risultati positivi al Covid-19. I malati avrebbero dovuti essere trasferiti negli altri ospedali isolani dove esistono i reperti Covid, che tuttavia risultano strapieni ed incapaci ad ospitare altri pazienti.

Attualmente il pronto soccorso del San Martino viene utilizzato per ospitare nove dei pazienti positivi, quasi tutti in gravi condizioni.

Otto dei ricoverati sono stati sistemati nell'Obi, l'osservatorio breve del pronto soccorso, mentre il nono si trova negli ambulatori dell'area "Bianca" destinata agli utenti esterni.

Questo il motivo che ha indotto ieri la direzione della Assl a chiudere gli accessi al pronto soccorso. Quando sarà nuovamente operativo ancora non si sa.

Una cosa è certa, quanto accaduto ieri al San Martino, ha dimostrato la pessima organizzazione della gestione dell'ospedale. Dieci ambulanze con altrettanti pazienti, alcuni feriti in incidenti stradali, sono rimaste bloccate per oltre cinque ore prima di essere dirottate nell'ospedale di San Gavino. Il sindacato Cimo aveva denunciato questa situazione mettendo a nudo i gravi problemi che anche in questo momento contraddistinguono la sanità oristanese.

Giampiero Sulis, segretario del Cimo aveva messo in evidenza che il San Marino non ha un reparto Covid e non può ospitare pazienti colpiti dal virus se non per il tempo necessario per il tracciamento e la relativa diagnosi. La direzione Assl sta correndo ai ripari e dopo aver smantellato il reparto destinato ai pazienti Covid attrezzato nei mesi scorsi, che oggi ospita il reparto di chirurgia, sta predisponendo il suo allestimento negli ambulatori al piano terra dell'ex pronto soccorso, attualmente occupati dagli ambulatori di chirurgia, cardiologia e urologia.

Una scelta contestata dal Cimo e che andrà a penalizzare i tanti pazienti esterni che soffrono di gravi patologie, già danneggiati dal blocco avviato durante la pandemia.
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