Cesare Battisti entra in sciopero della fame per protestare contro la misura dell'isolamento diurno cui è sottoposto, nel carcere di Oristano, da un anno e mezzo.

Il provvedimento è "illegittimo", sostiene l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo con il suo avvocato Davide Steccanella.

"La pena dell'isolamento diurno a suo tempo inflitta era di sei mesi, per cui è stata scontata a giugno 2019", spiega il legale: da gennaio dell'anno scorso Battisti è a Massama, dopo essere stato arrestato in Bolivia ed estradato in Italia concludendo così 37 anni di latitanza.

Ora però vuole uscire dall'isolamento: "Avendo esaurito ogni altro mezzo per far valere i miei diritti, mi trovo costretto a ricorrere allo sciopero della fame totale e al rifiuto della terapia", scrive Battisti in una lettera inoltrata al suo legale.

"La morsa del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) - continua - messa puntigliosamente in esecuzione dall'autorità del carcere di Oristano, ha resistito provocatoriamente a tutti i miei tentativi di far ripristinare la legalità, e la dovuta concessione dei diritti previsti in legge, ma sempre ostinatamente negati. A nulla sono valse le mie rimostranze scritte o orali rivolte a questa Direzione, al Magistrato di Sorveglianza, all'opinione pubblica. A Cesare Battisti non è nemmeno consentito sorprendersi se nel suo caso alcune leggi sono sospese: è quanto mi è stato fatto capire, senza mezzi termini, da differenti autorità".

"Pretendere un trattamento uguale a quello di qualsiasi altro detenuto - aggiunge - è una contesa continua, estenuante e che coinvolge gli atti più ordinari del mio quotidiano: l'ora d'aria; l'isolamento forzato e ingiustificato; l'insufficiente attendimento medico; la ritensione arbitraria di testi letterari; le domandine sistematicamente ignorate; oggetti di varia utilità e strumenti di lavoro negati, anche se previsti dall'ordinamento penitenziario, ecc".

Da qui l'annuncio dello sciopero della fame e del rifiuto delle terapie per malattie di cui soffre. Il tutto, scrive Battisti, "affinché sia disposto il mio trasferimento in una Casa di Reclusione dove mi siano facilitate le relazioni con i familiari e con le istanze esterne previste dall'ordinamento nonché i rapporti professionali atti al sostentamento e al reinserimento. Chiedo - conclude - inoltre che sia rivista la mia classificazione nel regime di Alta Sicurezza (AS2) per terroristi, in quanto non esistono più di fatto le condizioni di rischio che la giustificherebbero".

CONCESSA LA RIDUZIONE PENA - Intanto il magistrato di Sorveglianza di Cagliari, Maria Cristina Lampis, ha concesso all'ex terrorista dei Pac la liberazione anticipata, ossia i "45 giorni di riduzione pena" previsti per ogni semestre scontato in caso di buona condotta.

Finora Cesare Battisti, si legge nel provvedimento, "nel corso della carcerazione subita ha dato prova di partecipazione all'opera di rieducazione, facendo, inoltre, registrare una condotta regolare".

La concessione "evidenza ancora di più la incomprensibile contraddizione del Ministero - afferma l'avvocato Steccanella - che continua a classificare come pericoloso terrorista un soggetto che ha commesso l'ultimo fatto per cui è intervenuta condanna nel 1979 e in ben diverso contesto storico e sociale del nostro Paese".

"Sconcerta - sottolinea il difensore - l'assenza assoluta di risposte all'istanza presentata dalla difesa a tutti gli organi competenti ancora il 18 maggio, in cui si denunciava la situazione di illegittimo isolamento, e vanamente reiterata il 12 giugno. Assenza di risposte che impedisce anche il minimale diritto di impugnare qualsivoglia provvedimento amministrativo".

(Unioneonline/D)
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