Peppa, cinghialetta adottata dal cacciatore
La madre era stata uccisa durante una battuta alcuni anni faPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nove anni fa un colpo di fucile durante una battuta di caccia ha ucciso una scrofa di cinghiale. Aveva un cucciolo (una femmina), incrocio fra un maiale e un cinghiale.
A sparare era stata la compagnia di caccia di Andrea Carta, 43 anni, meccanico di Senis, che appena visto la figlioletta della preda appena stesa si è talmente intenerito che ha deciso di adottare la cucciola, portandosela a casa. Per lei è stato scelto il nome di Peppa, come il simpatico maialino del cartone animato, fino a diventare il miglior amico della sua famiglia.
Il cacciatore
«Dopo aver ucciso il cinghiale e aver visto la sua piccola vicino, mi sono intenerito, avevo privato la cuccioletta della mamma e questo mi faceva stare davvero male. Così l'ho portata a casa. Peppa è diventata come un cane, ha iniziato a seguirmi ovunque, a farmi le feste quando mi vedeva».
La fuga
Poi il 6 febbraio scorso, la fuga inaspettata. «Due maiali maschi avevano iniziato a litigare, abbiamo aperto il cancello per calmarli e lo abbiamo richiuso, ma forse il vento dopo qualche ora lo ha riaperto e Peppa è scappata. Ho cercato di raggiungerla in macchina, poi a piedi, ma non c'è stato nulla da fare». Peppa si era dissolta nel nulla. «Mio padre, morto tre mesi fa, mi aveva subito rassicurato dicendomi: vedrai che Peppa tornerà, magari per partorire. Aveva ragione».
Ritorno a casa
L'appassionato di caccia e cani ha proseguito il suo racconto: «Il 15 luglio abbiamo sentito durante la notte rumori nell'orto. Tre giorni dopo ancora rumori in piena notte. Ho capito che Peppa era tornata. Sono uscito al buio e l'ho chiamata, le ho teso la mano, come avevo fatto centinaia di volte in passato. L'animale si è avvicinato a me, mi ha fatto le feste. Era prossima al parto, come aveva detto mio padre. Lo scorso 5 agosto il lieto evento. Due cuccioli. Ho deciso di prendermi cura anche di loro. Sono parte della nostra famiglia».
Una storia di buoni sentimenti e di affetto, che sembrerebbe quasi impossibile, fra un animale selvatico e un uomo.
Antonio Pintori