Al posto del trattore il salotto. Nella zona che invece dovrebbe accogliere le semenze, la cucina e in alcuni casi anche la camera da letto. Lungo la costa del Sinis quelli che dovevano essere i ricoveri attrezzi sono diventate abitazioni.

La denuncia è firmata dall'Associazione Civica per la tutela e la promozione del territorio".

É tutto scritto in un documento dal titolo "Fermiamo lo stravolgimento del Sinis" che l'associazione presieduta da Dario Cossu, 84 anni, sindaco di Cabras negli anni 70, ha inviato al Ministero, alla Provincia, alla Regione, alle associazioni ambientaliste e ai Comuni dove ricade la costa del Sinis: Cabras, Riola, Nurachi, San Vero Milis e Narbolia.

"Vogliamo richiamare con forza l'attenzione su ciò che accade nel Sinis - scrive Cossu - che, sebbene protetta da vincoli di diversa natura, subisce di continuo mutamenti della sua identità a causa dell'azione maldestra dell'uomo come la costruzione di centinaia di false case agricole".

Nella denuncia si parla poi di «aratura indiscriminata di aree delicate confinanti con la fascia costiera e della piantumazione di specie arboree aliene come l'eucaliptus e l'acacia saligna.

"La presenza di queste due specie ha inferto una ferita ad aree pregiate ed ecologicamente vulnerabili quali le rive dei due stagni principali "Mare Pontis e Mistras - continua Cossu -. Tutto questo viola i vincoli posti a tutela del territorio. Tutto ciò è avvenuto nell'indifferenza di amministratori comunali, cittadini, associazioni ambientaliste e organismi istituzionali di controllo".

L'associazione chiede che si metta in atto un recupero dell'antico volto del Sinis con la piantumazione di specie vegetali autoctone: macchia mediterranea, lecci, sughere e ginepri.

"Chiediamo agli Enti forestali che si impegnino a sospendere, fin dalla prossima annata agraria - conclude Cossu -, la fornitura delle due piante aliene ai proprietari di terreni agricoli nel Sinis".

Sara Pinna
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