La banda che gestiva gran parte del mercato della droga a Oristano è arrivata al capolinea: dopo gli undici arresti dei mesi scorsi, adesso boss e piccoli spacciatori finiscono davanti al giudice.

Chiusa l'inchiesta Drug&Fire (droga e fuoco), il gip Annie Cecile Pinello ha chiesto il giudizio immediato per gli oristanesi Fabio Orrù 32 anni, Lara Pinna 21, Matteo Zucca 34, Sandro Mele 31, Angelo Erdas 68, Davide Melis 29; Alessandro Casu 43 anni di Santa Giusta, Giovanni Antonio Migheli 48 anni e Patrizio Demartis, 22enne di Fordongianus.

I nove dovranno comparire davanti al collegio dei giudici il prossimo 6 ottobre con accuse che, a vario titolo, vanno dallo spaccio di stupefacenti all'estorsione, dalle minacce alle lesioni fino al porto illegale di armi.

E intanto i difensori (gli avvocati Antonella Piredda, Carlo Figus, Herika Dessì, Fabio Costa, Piergavino Paolini, Mario Gusi, Fernando Vignes, Manuela Cau e Antonello Casula) dovranno valutare la possibilità di chiedere riti alternativi.

L'operazione "Drug & fire" dei carabinieri della Compagnia di Oristano (coordinati dal capitano Francesco Giola) era scattata nel febbraio 2019 e aveva smascherato un sistema ben organizzato. Fabio Orrù e la fidanzata Lara Pinna (al momento ai domiciliari) insieme a Zucca piazzavano la droga attraverso una rete di piccoli spacciatori che gestiva le piazze di "Corea" tra il quartiere Sacro Cuore e Sant'Efisio e del rione di Torangius.

Un giro che fruttava anche 1500 euro a settimana e che nel caso di pagamenti in ritardo prevedeva metodi di recupero crediti piuttosto convincenti: minacce, pestaggi e incendi delle auto dei debitori.

Tra luglio e agosto di un anno fa, quattro macchine erano state distrutte dalle fiamme e tutti i casi sono collegati al giro di droga come emerso durante le indagini.
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