Vento a 100 chilometri orari anche nell'Oristanese. I vigili del fuoco del Comando provinciale hanno effettuato oltre 30 interventi. Nella 131, a Santa Cristina, un' albero ha danneggiato un autotreno, in direzione Sassari. Mentre a Fenosu e Norbello sono stati sradicati dei cartelli pubblicitari.

Per consentire ai Vigili del fuoco e all'Anas di mettere in sicurezza la Carlo Felice la Polstrada ha sospeso il traffico per una decina di minuti. Alberi, cartelli segnatici, pali della Telecom e dell'Enel sono caduti ad Arborea, Terralba e San Quirico. In via Petri ad Oristano le forti raffiche del maestrale hanno fatto volare delle lamiere di metallo, a ridosso del campo sportivo della Tharros.

In mattinata le squadre dei vigili del fuoco erano intervenuti nella circonvallazione di Silì, per spegnere le fiamme di un'auto in sosta è più tardi in via Mariano IV per la fuga di gas da un palazzo.

E nel tardo pomeriggio il comandate del Porto di Oristano, il comandante di fregata Antonio Frigo, ha disposto la chiusura dello scalo industriale di Oristano.

Le condizioni meteo, con mare agitato e un vento di 45 nodi, hanno condizionato le attività lavorative nel porto ed hanno costretto il comandante della Capitaneria a chiudere lo scalo.

Nei giorni scorsi il maestrale e le condizioni del mare avevano divelto uno dei pontili galleggianti di cemento che era finito nella darsena, sfiorando le motovedette della Guardia costiera.

Il molo danneggiato (foto Cooperativa)
Il molo danneggiato (foto Cooperativa)
Il molo danneggiato (foto Cooperativa)

Ma le forti mareggiate hanno danneggiato inoltre il molo frangiflutti che protegge lo stagno di S'Ena Arrubia, tra Arborea e Santa Giusta. Le onde hanno aperto delle brecce tra i blocchi di cemento armato del muraglione.

Lo denuncia il presidente ella cooperativa dei pescatori di Sant'Andrea Alberto Porcu.

"In questo momento buona parte del muraglione è ampiamente compromessa - spiega il presidente della cooperativa di pesca - e questo durante le mareggiate favorisce l'ingresso dei detriti e della posidonia all'interno delle bocche di protezione dello stagno. Dalle stime circa 15mila metri quadrati di quello che meno di 15 anni fa era lo specchio acqueo con 2 metri di fondale adesso è coperto e calpestabile. Il rischio è che in pochi anni si riduca fino a chiudere l'imboccatura per lo scambio d'acqua tra mare e laguna".
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