Antonio Succu, sindaco sospeso di Macomer, in serata ha comunicato la decisione di essersi autosospeso sia dagli incarichi nella Ats che da quelli politici nel Partito dei sardi.

La decisione è arrivata al termine di una lunga giornata iniziata al Tribunale di Oristano con gli interrogatori di garanzia.

Succu si è avvalso della facoltà di non rispondere, poi in serata in accordo con i suoi legali Guido Manca Bitti e Luciano Rubattu ha annunciato l’autosospensione. In una lettera indirizzata ai vertici dell’Ats Sardegna e dell’ospedale di Nuoro ha fatto sapere di autosospendersi da tutte le funzioni come dirigente medico e primario del reparto di ginecologia del San Francesco di Nuoro.

"Mi autosospendo fino a quando non ci chiarirà ogni aspetto relativo alle contestazioni mosse dal Tribunale - si legge in una nota -. In questo modo le mie pazienti potranno trovare un altro medico di fiducia e il reparto avere gli equilibri organizzativi necessari".

Succu ha inviato anche una lettera a Paolo Maninchedda, leader del Partito dei sardi, per comunicare l’autosospensione da ogni incarico all’interno del partito "per affrontare con serenità la vicenda giudiziaria e poter dimostrare quanto prima la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati".

Oggi durante gli interrogatori di garanzia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche l’ex consigliere regionale del Pds Augusto Cherchi, difeso da Enrico e Pierluigi Meloni, e il responsabile degli infermieri del blocco operatorio Salvatore Manai, difeso da Antonello Spada.

L’unico ad aver risposto alle domande del giudice è stato il responsabile delle professioni sanitarie Giovanni Piras, difeso da Luigi Satta. Piras ha ribadito la sua totale estraneità e ha sostenuto la necessità di un approfondimento della situazione generale e delle condotte altrui.
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