Otto grattacieli da 68 piani, 206 metri d'altezza, per l'ennesima incursione eolica in terra d'Ogliastra. Tutto al cospetto dei Tacchi ogliastrini, da Tacchixeddu a Monte Arbu, da Punta Casteddu a Bruncu Ogliastu. L'irriverenza ha nome e cognome: Saras, l'industria del petrolio che sbarca per l'ennesima volta tra Ulassai e Perdasdefogu. L'incedere è sempre lo stesso, quello del "fatebenefratelli". Parco eolico arrampicato sul cielo, piazzato nel cuore sacro della terra più selvaggia e incontaminata della Sardegna. Il progetto recita: ampliamento del parco eolico.

La foresta d'acciaio

In realtà la proposta progettuale depositata al ministero dell'Ambiente, nel silenzio della pandemia, è di fatto un contesto tutto nuovo, non foss'altro per le pale scelte per la nuova foresta d'acciaio in mezzo alla natura illibata di questo tratto dell'isola. Le dimensioni delle nuove torri metalliche che Saras vuole piazzare in Ogliastra sono un colpo netto all'orizzonte del paesaggio, già ferito da una selva di 57 aerogeneratori, ognuno capace di generare poco più di 2 megawatt ciascuno. Questa volta niente mezze misure. Il progetto firmato Sardaeolica del gruppo Saras, che della Sardegna, però, ha poco o niente, si candida a piazzare pale di ultima generazione tra l'orizzonte dei Tacchi. Altezza spropositata, 125 metri all'altezza del rotore, più 81 metri di raggio della pala rotante. Tutto in un contesto da Natural Geographic considerato, però, dai progettisti povero e senza futuro.

Terra povera

Il capitolo localizzazione nel progetto presentato al ministero dell'Ambiente il 7 maggio scorso è irriverente. E l'affermazione dei tecnici della Saras è una confessione dell'aggressione al paesaggio: «Le singolari formazioni calcaree dell'Ogliastra con sommità tabulare e pareti sub verticali, localmente denominate "Tacchi" o "Tonneri", sebbene non affioranti entro i confini del parco eolico, sono ben riconoscibili nell'immediato intorno». Come dire, i Tacchi ci sono, sono ben evidenti, ma sono semplicemente una comparsa sullo sfondo delle ennesime cattedrali d'acciaio che si vorrebbero piazzare nel proscenio ogliastrino.

La motivazione di questa nuova incursione eolica sono tutte nella relazione di accompagnamento del progetto. Scrivono senza pudore i professionisti del colosso petrolifero: nel comprensorio di Ulassai il carico di bestiame, le lavorazioni meccaniche per la coltivazione di erbai sono alla base di fenomeni di degrado del territorio, dominato da terreni poco profondi e impoveriti, non in grado di supportare la crescita di specie d'alto fusto. Servitù eoliche e militari

Una descrizione dell'ambiente ogliastrino alla pari di quella che più volte si legge nelle argomentazioni dei vertici militari: terreno povero e degradato, non resta che occuparlo con carri armati, esplosioni e giochi di guerra. Lo stesso ha scritto, di fatto, la Saras che arriva a richiamare l'incedere dei trattori per la coltivazione di erbai come elemento di degrado del territorio. Tutto questo, secondo Sardaeolica e Sartec, entrambe del gruppo Moratti, giustifica l'ennesimo e gigantesco parco eolico nel compendio naturalistico che da anni tenta di farsi conoscere come meta esclusiva e selvaggia nel cuore dell'Isola. A mettere i terreni ancora una volta saranno Ulassai con 163 ettari e Perdasdefogu con 120. Il progetto "Abbila", così è stato denominato, ha previsto di usare le pale di ultima generazione, capaci di 5,6 megawatt ciascuna, quasi il doppio di quelle installate in Sardegna. Veri e propri mostri d'acciaio conficcati nel terreno che finiranno per svettare a 835 metri sul livello del mare. Cinque grattacieli saranno posizionati nel territorio di Ulassai e tre in quello di Perdasdefogu. E l'unico accorgimento degno di nota nel progetto eolico è quello che viene riservato al radar del poligono militare. Un capitolo spiega che si è stati attenti a non interferire con le antenne di missili e lanci spaziali.

Spese e ricavi

Saras si candida a fare un investimento da 44 milioni, dichiarati nel quadro economico del progetto presentato a Roma. Ricaduta sul territorio praticamente nulla, se non per la fase realizzativa, visto che gran parte del costo sono i colossi d'acciaio che arrivano da Germania e Paesi del nord Europa. Per il resto Saras si porterà a casa una valanga di soldi pubblici. Ogni megawatt genera 141 mila euro di incentivi. Con i 45 Mw che si produrranno nel parco dei Tacchi l'industria petrolifera incasserà ogni anno la bellezza di 6 milioni e mezzo. Considerato l'incentivo per una durata di almeno 20 anni si arriverà alla cifra stratosferica di 126 milioni di euro. A fronte di questi potenziali guadagni la Saras non lesina i richiami alle ultime assunzioni: Sardaeolica - raccontano nel progetto - ha organizzato un corso da 9.000 ore e ha coinvolto 12 persone. Il risultato è scritto a chiare lettere: 6 sono stati assunti come manutentori da Sardaeolica e 2 in altre società del gruppo Saras. Un po' pochini se si pensa ai guadagni milionari dell'operazione.

Beneficenza

Il piano depositato sotto Covid dal gruppo Moratti si inerpica ben oltre le pale d'acciaio e arriva ad affermare che il Parco eolico di Ulassai e Perdasdefogu ha generato una profonda integrazione territoriale generando numerosi posti di lavoro stabili e rivitalizzando un sistema sociale segnato da importanti segni di squilibrio, principalmente ascrivibili al declino di agricoltura e pastorizia. Senza temere di esagerare la Saras attribuisce al parco eolico i segni positivi degli indicatori demografici, come se le pale eoliche fossero foriere di nuova fertilità e rinnovata procreazione. Infine, la beneficenza ai Comuni. Il parco eolico rappresenta una importante fonte annuale di introiti per le amministrazioni comunali, come dire più pale e più soldi. Alla faccia dei Tacchi e del suo patrimonio naturalistico.

Unesco e le torri d'acciaio

A questo si aggiunge l'ultima annotazione del progetto: il sito non è inserito nel patrimonio Unesco. Come per dire, prima che il parco dei Tacchi diventi patrimonio dell'Umanità meglio piazzarci una foresta d'acciaio. Nel cielo d'Ogliastra non svetteranno i paesaggi mozzafiato di questa terra unica e esclusiva ma le torri ciclopiche della Saras.

M. P.

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