Tra le tante ipotesi che circolano in queste ore su Graziano Mesina c'è anche quella per cui sia fuggito in Corsica.

Da giovedì sera si è dato alla macchia, poco prima che la Corte di Cassazione emettesse il suo verdetto rigettato il ricorso dei suoi legali - Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi - rendendo così definitiva la condanna a 30 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga.

Tutti lo cercano, ovviamente non solo a Orgosolo, dove anzi in molti credono che proprio non sia.

"La condanna per me vale come una pena di morte", aveva detto al termine del primo processo.

Stamattina sono ripresi rastrellamenti e battute sul territorio da parte dei carabinieri da Pradu alla piana di Locoe.

Certo a 78 anni il re del Supramonte, che pure gode di una buona rete di protezioni, non può affrontare una latitanza come quella che aveva sperimentato da giovane e resta in piedi la voce filtrata nelle scorse ore secondo cui avrebbe intavolato una trattativa per la resa con le forze dell'ordine. Ma si tratta solo di ipotesi non confermate neanche dagli avvocati.

(Unioneonline/s.s.)

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