E' stato identificato l'escursionista che ha perso la vita precipitando dalla falesia a sud di Tavolara.

Si tratta di Giuliano Stenghel, conosciuto come Sten, noto alpinista di 68 anni di Rovereto, in Trentino.

Uno sportivo considerato di casa sull'isola di Tavolara in quanto profondo conoscitore della zona e per aver aperto diverse piste di arrampicata per l'ascesa alle vette più alte.

E' stato forse un malore o un fatale errore a farlo precipitare in mare dopo una rovinosa serie di cadute lungo il costone di roccia che sovrasta Punta La Mandria, un'area molto battuta sia dagli scalatori, in quanto via d'accesso per l'arrampicata fino a Punta Cannone, sia dagli immersionisti.

Ed è stato proprio alcuni bagnanti che facevano snorkeling a chiamare i soccorsi dopo aver sentito un tonfo in acqua ed essersi trovati di fronte al cadavere che galleggiava a pochi metri da loro.

L'immediato intervento della Guardia Costiera, già sul posto per i quotidiani controlli a mare nell'Area marina protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo, è servito solo al recupero del corpo, ormai senza vita, dello sportivo trentino.

Sten era approdato sull'isola di buon mattino e, dopo aver fatto un saluto all'amico di vecchia data, Tonino Bertoleoni, il "re di Tavolara", ha iniziato la sua consueta salita verso Punta Cannone.

Una via di arrampicata, quella scelta dal climber solitario, piuttosto impegnativa e adatta solo a scalatori esperti come lo era lui.

Dell'arrampicata Sten in Italia era un vero e proprio guru e all'età di 68 anni riusciva ancora a fare la salita dalla spiaggia di Spalmatore fino alla vetta in soli 40 minuti (in gioventù gliene bastavano appena 28).

A lui si deve, come detto, l'apertura di numerose vie di arrampicata lungo le pareti di Tavolara, nonché l'apposizione della suggestiva statua della Madonna sulla vetta di Punta Cannone.
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