Gestione delle banche dati, accreditamenti, rapporti con il Terzo Settore, lavoro di verifica delle domande e misure ad hoc per evitare truffe e speculazioni: i Comuni sardi si attrezzano per usare al meglio i buoni spesa "Emergenza Covid-19". Lo strumento è stato varato dal Governo con l'obiettivo di garantire un intervento diretto e immediato a sostegno delle famiglie e delle persone in difficoltà. L'applicazione presenta una serie di rischi, che i Comuni sardi stanno affrontando in diverso modo. Ad esempio, nei giorni scorsi, il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, ha annunciato che i voucher saranno nominativi. Il primo cittadino ha spiegato che i buoni spesa devono andare a chi ha bisogno e devono essere evitate speculazioni o peggio, illeciti.

Buoni vincolati - Il Comune di Olbia ha adottato questa linea anche per ragioni pratiche. L'assessore comunale ai Servizi sociali, Simonetta Lai, spiega: «Nel retro del voucher sarà riportato il nome della persona che ha chiesto e ottenuto il buono spesa. Ovviamente, se il titolare non è nelle condizioni di poterlo utilizzare, può incaricare qualcuno, ma deve farlo certificando la delega. È un sistema per mettere ordine e ci garantisce un controllo sull'utilizzo di queste risorse. Il Comune di Olbia sta già operando in questo senso». L'amministrazione della città gallurese ha ottenuto una dotazione di 446 mila euro (che sta già anticipando) dalla Protezione civile per affrontare le povertà estreme, 200 mila euro sono destinati ai buoni spesa, il resto al pagamento di bollette e canoni di locazione. A Tempio, il sindaco Gianni Addis conferma la necessità dei controlli: «Di sicuro l'amministrazione comunale effettuerà delle verifiche a campione sui dati delle autocertificazioni». Alcuni piccoli Comuni sardi hanno deciso di utilizzare i fondi dell'emergenza per acquistare beni essenziali che poi vengono consegnati direttamente agli aventi diritto.

«C'è il Terzo settore» - L'Anci Sardegna conosce bene la realtà delle amministrazioni locali dell'Isola e i problemi di applicazione delle misure. Il presidente Emiliano Deiana ha un'idea precisa sul tema dei voucher: «Il provvedimento del Governo è stato sostenuto fortemente dal presidente di Anci, Antonio Decaro, a cui va il nostro ringraziamento per aver ottenuto un cambio di rotta da parte dell'esecutivo. Questo strumento va a intercettare un bisogno reale: la crescente povertà e il disagio sociale scatenati dalla crisi da Covid-19. È una misura tampone per 15/20 giorni e come tale va intesa. Non certo come misura strutturale. Pertanto un po' di polemiche di queste ore si potevano evitare. Se vista - come è - in quest'ottica anche le criticità pure evidenti possono essere poste in secondo piano: prima mangiare, poi i distinguo». Deiana, presidente dell'Anci sarda e sindaco di Bortigiadas, entra nel dettaglio: «La misura emergenziale, come sindaci, dobbiamo essere bravi ad applicarla: si rischiano abusi ed eviterei la scena dei sindaci che consegnano la busta della spesa a casa dei bisognosi. Assai meglio affidarsi al Terzo settore e agli enti di assistenza. Cosa peraltro prevista dall'ordinanza. Se si deve cercare di evitare che qualcuno approfitti ingiustamente della misura, dobbiamo essere altrettanto bravi a garantire alle persone che per orgoglio evitano di ricorrere ai Servizi sociali, di accedere a una misura-tampone a cui hanno diritto. Nelle nostre comunità la dignità è ancora un valore. Non si tratta di "disegnare" nuovi poveri, ma di aiutare persone che improvvisamente si sono trovate senza reddito e con impegni finanziari a cui assolvere». Per l'Anci, dunque, la priorità assoluta, adesso, è aiutare le persone che hanno bisogno.

Andrea Busia

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