Nonostante numeri non allarmanti, almeno in rapporto a tante altre Regioni italiane, la Sardegna è l'unica Regione a rischio alto secondo l'ultimo monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità.

Il problema è la scarsa completezza dei dati forniti dall'Unità di crisi regionale, lo stesso che fece finire la Calabria in zona rossa. La classificazione del rischio della Sardegna è infatti "non valutabile", si legge sul monitoraggio settimanale, che è equiparato a rischio alto.

L'Isola non rischia per questo, almeno al momento, di finire in zona rossa. Questo perché al livello di rischio alto va aggiunto anche un indice Rt elevato ma la Sardegna, con ha un indice di trasmissibilità di 0,78, tra i più bassi d'Italia.

Anche il numero di casi e la situazione degli ospedali non destano preoccupazioni. L'incidenza settimanale (65 casi per 100mila abitanti) è in assoluto la più bassa, quella degli ultimi 14 giorni (170 casi per 100mila abitanti) è superiore solo a quelle di Toscana, Abruzzo, Basilicata e Calabria.

Le terapie intensive occupate al 24% sono sotto la soglia di guardia del 30% stabilita dall'Iss, così come sotto la soglia di guardia del 40% è l'occupazione dei posti letto in area medica, ferma al 30 per cento.

Il problema sta dunque tutto nell'incompletezza dei dati raccolti e forniti all'Iss, che fanno della Sardegna una Regione a rischio "non valutabile", dunque alto. Anche l'indicatore 1.1 sulla capacità di monitoraggio vede l'Isola come fanalino di coda in Italia. Si riferisce al rapporto tra il numero dei casi di cui è indicato l'inizio dei sintomi e il totale dei casi sintomatici comunicati. In tutte le Regioni è sopra all'85%, in molte addirittura al 100%, il che indica un'ottima capacità di monitoraggio. In Lombardia è al 63,4% (di poco sopra la soglia del 60%), mentre la Sardegna è l'unica con tale indicatore sotto-soglia, per la precisione al 59,1%.

Quanto ai livelli di rischio delle altre Regioni. Basso in Basilicata, Abruzzo, Campania, Marche, Provincia di Bolzano, Sicilia e Toscana. Basso "ad alto rischio di progressione in moderato" in Umbria e Molise. Moderato in Calabria, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Provincia di Trento e Puglia. Moderato "ad alto rischio di progressione in alto" in Veneto, Valle d'Aosta ed Emilia Romagna.

(Unioneonline/L)
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