Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia lo ha ribadito: "Ogni misura di intervento su scala territoriale necessaria a restringere le misure nazionali ha il sostegno pieno del governo". Parole che vedono allontanarsi sempre più la possibilità di un'ordinanza da parte del presidente sardo Christian Solinas nell'ambito della gestione del contagio da coronavirus che estenda gli orari di apertura di ristoranti e bar. Per ora quindi si continua con le chiusure alle 18 e porte sbarrate a palestre e piscine.

Ma un modo per "aggirare" il rischio di impugnazione da parte dell'esecutivo nazionale - quello che la Giunta sarda vuole evitare - potrebbe esserci ed è quello emerso nel corso del vertice tra Solinas, i capigruppo e il comitato scientifico: inserire le varie misure - tra le quali la didattica a distanza per le scuole fino al 100 per cento, capienza dei mezzi pubblici al 50 per cento e la riduzione dei voli - in un disegno di legge che arrivi in Aula con la procedura d'urgenza, dato che i ricorsi contro le leggi regionali prevedono iter più lunghi.

Un'altra strada potrebbe essere inoltre quello di un disegno di legge, simile a quello annunciato dal governatore della Sicilia, per consentire misure estensive compatibili con il quadro epidemiologico rilevato. Il tutto arriverebbe in Aula, ma solo tra una decina di giorni quando il premier Giuseppe Conte potrebbe già aver deciso un'ulteriore stretta.

Il bollettino di ieri per la Sardegna ha fatto registrare intanto altre sette vittime: due uomini di 73 e 83 anni residenti nel nord Sardegna, un uomo e una donna di 63 e 82 anni della Città Metropolitana di Cagliari, un uomo e una donna di 92 e 85 anni residenti nel Sud Sardegna e una donna di 82 anni della provincia di Oristano. E 298 nuovi contagi.

(Unioneonline)

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