Il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas ha deciso di prorogare l'ordinanza sui test obbligatori per chi arriva in Sardegna che quasi un mese fa aveva fatto arrabbiare il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia.

Oggi l'ordinanza scade e stamattina il Tar si riunirà in Camera di Consiglio per formulare il giudizio di merito. Ma perché prorogare qualcosa che difficilmente potrà essere applicato? Scadendo oggi probabilmente il Tar avrebbe semplicemente dichiarato la sopraggiunta carenza d'interesse.

E invece la Regione vuole che il Tar si pronunci nel merito, assumendosi eventualmente la responsabilità di avallare le affermazioni del decreto di sospensione.

Il provvedimento adottato l'11 settembre scorso era stato impugnato dal Governo per violazione dell'articolo 16 della Costituzione sulla libera circolazione delle persone nel territorio nazionale. Gli articoli "incriminati" - di cui i giudici amministrativi hanno subito sospeso l'efficacia per la mancanza dei "principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente nella regione" - sono il 10, l'11 e il 12 e prevedono l'invito per i passeggeri in ingresso nell'Isola a presentare un certificato di negatività al virus agli imbarchi di navi e aerei o, in mancanza, ad autocertificare di essere risultati negativi a un test sierologico, molecolare o antigenico.

In assenza di questo, sono tenuti a effettuare un tampone entro le 48 ore dall'arrivo e a comunicarne l'esito alle autorità sanitarie locali. In attesa dei risultati dell'esame sono obbligati a restare in isolamento domiciliare fiduciario.

Nella stessa ordinanza viene imposto da subito l'obbligo di indossare le mascherine a tutte le ore, anche all'aperto, quando non sia possibile rispettare la distanza di un metro. Ma con il nuovo dpcm in arrivo potrà essere inasprita.

La proroga è valida fino al 23 ottobre.

(Unioneonline)

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