«Attenzione, non sottovalutiamo il virus. Il fatto che molta meno gente rispetto ai mesi bui di marzo e aprile finisca in ospedale, non deve farci credere che sia diventato meno cattivo e giustificare comportamenti troppo disinvolti o addirittura irresponsabili».

Il messaggio di Stefano Del Giacco, responsabile del reparto di Allergologia e Immunologia clinica del dipartimento di Medicina interna dell'Aou di Cagliari, è forte e chiaro: non facciamoci ingannare, non abbassiamo la guardia, il virus è subdolo, circola sempre e soprattutto non è cambiato, si trasmette sempre allo stesso modo.

Professore, pochi ricoveri e terapie intensive semivuote, significa che il virus è più "buono"?

«Assolutamente no, non possiamo sostenere una cosa simile, non abbiamo nessuna evidenza scientifica che sia mutato. Anche perché non dobbiamo guardare soltanto a quello che accade in Sardegna e in Italia, in tante parti del mondo, ad esempio in Brasile, in diversi Stati Usa, in Sud Africa, la situazione è ancora disastrosa».

E allora?

«La sporadicità dei casi, in un periodo in cui le condizioni climatiche non favoriscono le complicazioni, lo rendono un po' meno forte. Ma penso ai focolai in Spagna, alla chiusura agli ingressi di persone che arrivano da determinati Paesi, al fatto che in alcune zone si stanno rendendo necessari lockdown circoscritti: tutto questo ci fa capire che il virus è sempre lo stesso».

L'età media dei contagiati si è abbassata.

«Sì, ora si attesta sui 40 anni. Molti giovani si infettano perché c'è molta più promiscuità rispetto a prima. I ragazzi, in giro per locali, con scarse precauzioni e senza mascherina, in questo momento sono le persone più a rischio».

Ma è vero che si ammalano meno?

«Spesso hanno un percorso clinico asintomatico, o con sintomi molto blandi, ma stiamo parlando di 18-20enni, man mano che l'età sale i pericoli aumentano».

Per questo i giovanissimi sono spesso incoscienti.

«Ma noi adulti non dobbiamo mai stancarci di ricordare loro che questa situazione attuale di relativa tranquillità non può essere un "liberi tutti". I ragazzi devono mantenere le distanze e usare le mascherine, perché possono diventare vettori e contagiare i genitori, i nonni. E poi, purtroppo ci sono anche casi gravi tra loro: ha visto Fedez che ha postato sui social la foto con un suo amico diciottenne che a causa del Covid ha subìto un trapianto di polmoni? Importante anche che i personaggi famosi lancino questi messaggi di allerta».

Ci dobbiamo aspettare una seconda ondata?

«Sì, senza dubbio. Se vedessimo che nei Paesi dove ora è inverno il coronavirus è scemato, potremmo pensare che non sarà così. Purtroppo invece l'ipotesi che torni in autunno è più che plausibile. A tutti i livelli ci attendiamo la seconda ondata che, comunque, potrebbe essere attenuata dal fatto che saremo pronti a reagire».

Consiglia il vaccino anti-influenzale?

«Sì, raccomando vivamente a tutti di farlo. Ovviamente prima di tutto alle persone a rischio e con patologie croniche, ad esempio gli asmatici e i cardiopatici, ma anche al resto della popolazione. Perché in assenza di un vaccino anti-Covid, è importante metterci al riparo da situazioni infettive che possono causare una immunosoppressione che a sua volta può lasciare una finestra aperta per l'ingresso del coronavirus».

Cristina Cossu

© Riproduzione riservata