Si ritorna alla normalità, o comunque a qualcosa che le somiglia. Dalla prossima settimana a Cagliari ricominciano a "esistere" anche i pazienti che non hanno il coronavirus, ma che da oltre due mesi attendono interventi chirurgici non salvavita, visite specialistiche e terapie che - per evitare contagi negli ospedali, divenuti in diversi casi centri di diffusione del Covid-19 - sono stati interrotti.

Le riaperture

Non esistono scadenze precise, se non per quanto riguarda l'ospedale cagliaritano Santissima Trinità: alcuni cartelli affissi in diversi reparti annunciano per lunedì il riavvio di tutte le attività normalmente garantite negli altri periodi. Un passo importante per uno dei presidi Covid-19 dell'Isola, che esattamente come tutti gli altri ospedali sardi ha ridotto al minimo le attività ambulatoriali e di sala operatoria. Da lunedì, si legge nei cartelli affissi sui muri di diversi reparti, anche le prestazioni ordinarie fin qui negate saranno nuovamente offerte ai pazienti, che in diversi casi hanno dovuto sopportare sofferenze e aggravamenti proprio a causa delle disposizioni per prevenire la diffusione del virus.

Il calendario

Non esiste ancora una data precisa per la riapertura degli ospedali cagliaritani: dalla sede dell'Azienda per la tutela della salute (Ats) regionale, filtra che il ritorno alla normalità - se la situazione dei nuovi casi non dovesse peggiorare, come tutti sperano che non farà - dovrebbe comunque compiersi entro la prossima settimana. Il "Santissima Trinità" è una specie di capofila di altri quattro ospedali: il Marino e il Binaghi di Cagliari, il "San Marcellino" di Muravera e il "San Giuseppe" di Isili, che peraltro condividono con quello di Is Mirrionis i piani contro il diffondersi del Covid-19 elaborati dal personale del nosocomio cagliaritano. È probabile - ma non ancora deciso - che questi quattro ospedali riaprano nei giorni immediatamente successivi alla ripresa dell'attività al "Santissima Trinità". Nulla si sa, almeno per il momento, per quanto riguarda gli altri ospedali sparsi nel Capoluogo e nel resto dell'Isola: gli esperti dell'Ats stanno valutando il rapporto tra i rischi e i benefici della riapertura di tutti i reparti, da rendere nuovamente efficienti.

I visitatori

Nei cartelli affissi sui muri dei vari reparti del "Santissima Trinità", si anticipano alcune decisioni che i sanitari reputano necessarie per contenere la pandemia, e che certamente non saranno gradite dai pazienti e dalle loro famiglie. È infatti indicato che per ogni paziente sarà consentito - negli orari di apertura all'esterno di tutti i reparti - di incontrare un solo visitatore. Non significa una persona per volta: la direzione dell'ospedale specifica che, a poter entrare nella stanza della persona ricoverata, potrà essere un solo visitatore per tutta la durata della degenza, e che nessun altro potrà farlo. Una misura - spiegano dalla sede dell'Ats in via Piero della Francesca - adottata anche da altri ospedali in tutta Italia e che risponde all'esigenza di tracciare le persone che vengono a contatto con il virus. Se in un reparto dovessero esserci casi di contagio, l'Ats avrà la possibilità di rintracciare rapidamente tutte le persone che sono entrate in quel reparto (pazienti e visitatori) e di metterle in quarantena in tempi rapidissimi. Più di quelli del virus.

L. A.

© Riproduzione riservata