Mandati in prima linea senza protezioni, disarmati nella guerra al Covid. Esposti al dilagare del virus, e per questo chiamati eroi, ma ora i "soldati" danno la colpa ai "generali".

L'Anaao Assomed Sardegna, sindacato medico, lancia un grido d'aiuto sui medici e i sanitari troppo esposti al rischio. E lo fa con un durissimo comunicato che prende di mira i vertici della sanità regionale.

"Nella tragicomica narrazione dei giorni nostri può accadere anche che un soldato venga mandato al fronte privo di armi e poi venga accusato di esserci andato disarmato. Sta accadendo proprio questo. Sulla scorta di linee guida dettate più dallo stato di necessità che dalla scienza, medici, infermieri e operatori sanitari sono stati mandati in prima linea con scarpe di cartone e fionde: le mitiche mascherine chirurgiche monouso da riutilizzare finché non cadono a pezzi e una boccetta di gel per disinfettare le mani", denunciano i medici sardi.

"Qualcuno - si legge - potrebbe obiettare che non è vero, che gli operatori che si occupano di sopetti casi di Covid-19 hanno a disposizione tutti i tipi di protezione individuale. Può darsi, ma quando il nemico è invisibile, quando sai che anche pazienti asintomatici o presintomatici sono altamente infettanti, allora la prima linea è ovunque e tutti i pazienti vanno considerati potenzialmente positivi e fonte di contagio".

Poi l'affondo: "Il definire eroi i medici e gli operatori sanitari potrebbe significare che le colpe sono altrove. Se si vantano troppo i soldati, ecco che allora le colpe vanno ai generali".

"Medici e operatori sanitari non possono essersi infettati - si legge nella nota del sindacato medico - sul posto di lavoro, ove sono state create tutte le condizioni per operare al massimo della sicurezza. Mascherine chirurgiche da usare con parsimonia, magari da riutilizzare, e comunque in luogo delle più appropriate Ffp2 e Ffp3. Percorsi improvvisati diversi da un ospedale all'altro, triage ad opera dei singoli reparti, assenza di chiara separazione tra area Covid e area non Covid. E tanto altro".

(Unioneonline/L)
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