Il modello cinese non è replicabile, per ovvie ragioni. Quello della Corea del sud sì. La Sardegna prova a copiarlo attivando un sistema che consente di effettuare uno screening di massa, monitorare le persone arrivate nell'Isola negli ultimi 14 giorni e verificare che osservino la quarantena, seguire gli spostamenti e i contatti di chi risulta positivo e isolare in hotel inutilizzati le persone positive che non hanno la possibilità di evitare i contatti con i loro familiari.

Come funziona

«Abbiamo attivato una piattaforma che consente di avere in un cruscotto di controllo i nomi di tutte le persone arrivate in Sardegna negli ultimi 14 giorni che devono scontare la quarantena», ha spiegato ieri il presidente della Regione Christian Solinas. «Assieme a forze dell'ordine, prefettura e comuni vediamo dal modulo che hanno compilato on line qual è il luogo nel quale si sono impegnate a trascorrere l'isolamento. Attraverso una app da scaricare sullo smartphone, possiamo georeferenziare le persone e capire chi incontrano e, se incontrano più di due persone, possiamo sapere chi sono e metterle in quarantena per evitare che possano distribuire i contagi».

I braccialetti

Solinas dice anche che sta valutando, con un gruppo di tecnici, la possibilità di acquisire dei braccialetti che possano essere distribuiti a duemila persone positive da monitorare a distanza. «Si tratta di dispositivi collegati a una centrale che rilevano in tempo reale la saturazione di ossigeno nel sangue, la temperatura e i parametri cardiaci. Se l'ossigeno del sangue scende sotto una certa soglia, si va a prendere la persona a casa e la si ricovera in ospedale prima che le sue condizioni diventino critiche. Questo», sottolinea Solinas, «consente un intervento precoce ed evita i falsi allarmi che impegnano gli operatori del 118. Quando poi le persone col braccialetto guariscono, il dispositivo può essere sanificato e dato ad altri».

Il nuovo decreto

Intanto il Governo ha emanato un nuovo decreto legge che prova a mettere ordine tra le tante norme anti coronavirus varate dall'inizio dell'emergenza. Il provvedimento elenca 28 restrizioni e regole, accorpando quelle adottate con i diversi dpcm: dallo stop agli spostamenti alla possibile chiusura di strade e parchi, cinema e ristoranti. L'orizzonte temporale è il 31 luglio, perché a fine luglio è ad ora fissata la fine dell'emergenza, dichiarata a gennaio. Su questo punto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte tranquillizza gli italiani: non staranno chiusi in casa fino a luglio. Sulle singole misure si deciderà di mese in mese, in base ai dati del contagio.

Sanzioni più pesanti

Una delle novità è l'inasprimento delle sanzioni per chi viola le prescrizioni: l'ammenda di massimo 200 euro viene sostituita da una multa che parte da 400 euro, per arrivare nei casi più gravi a 3000. Regioni e Comuni porranno inasprire le disposizioni. E controlli affidati sul territorio anche ai militari, per rafforzare le forze dell'ordine.

Arriva il drone

E a proposito di controlli, i Comuni di Cagliari e Sassari attivano i droni. A Cagliari oggi sono previste le prime prove del velivolo comandato a distanza che volerà sulla città per spiare, dall'alto, i movimenti di quei cagliaritani che in barba alle rigide regole imposte per contenere l'emergenza coronavirus, continuano a muoversi e frequentare impunemente strade e piazze. Alle 11, l'amministrazione civica guidata dal sindaco Paolo Truzzu, assieme alla Polizia Municipale e ad alcuni esperti, farà volare il drone che servirà a compiere i controlli accurati.

L'obiettivo primario verificare in particolare gli assembramenti e le situazioni non consone alle norme. L'appuntamento è al parcheggio del Lido. Da qui il velivolo telecomandato si solleverà sulla città. Un primo volo di collaudo a cui ne seguiranno altri nei prossimi giorni.

Fabio Manca

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