Per la Procura della Repubblica di Cagliari l'Aias, l'associazione italiana assistenza spastici della Sardegna, sarebbe insolvente a causa dell'eccessivo peso dei debiti.

Per questa ragione, su segnalazione del Tribunale del Lavoro, il sostituto procuratore Daniele Caria ne ha chiesto il fallimento, formalizzando la propria istanza che è stata già notificata.

A quanto si apprende, i debiti ipotizzati sfiorerebbero i dieci milioni di euro, anche se l'associazione rivendica crediti nei confronti della Regione per prestazioni già fornite ai propri assistiti. A far scattare la richiesta è stata dunque la trasmissione degli atti in Procura da parte dei giudici che stanno esaminando le tante istanze presentate dai dipendenti che, da tempo, hanno ricevuto a singhiozzo gli stipendi, rimanendo in qualche caso indietro con le mensilità.

Ora la palla passa al Tribunale fallimentare che dovrà decidere. L'istanza di fallimento del pm Caria, in ogni caso, non ha nulla a che vedere con le due indagini che la Procura ha in corso nei confronti dell'Aias e che riguardano i soldi pubblici percepiti e i servizi forniti. Una di queste, affidata al pm Andrea Vaca, ipotizza il peculato e l'inadempimento in pubbliche forniture.

Il nuovo tassello - ovvero la richiesta di fallimento - si aggiunge allo stato di agitazione che da tempo contrappone l'Aias ai lavoratori che rivendicano gli stipendi, mentre l'associazione rivendica i crediti da parte della Regione.

Francesco Pinna

***

Dal canto proprio, l'Ufficio stampa Aias precisa: "In data odierna gli organi di stampa hanno diffuso notizie relative a indagini a suo carico e ad una istanza di fallimento del pm. Aias è certa di poter chiarire in ogni sede la piena legittimità del suo operato e di dimostrare che sussistono le condizioni per la continuità aziendale che da venti anni e stata svolta con piena soddisfazione di tutti i soggetti coinvolti e senza contestazioni".

"Nella giornata di ieri - prosegue la nota - è stata diffusa invece la notizia che la Commissione Regionale ha concluso la prima fase dei propri lavori riconoscendo un credito residuo limitato per gli ultimi 5 anni ma anche un ingente credito relativo al periodo 1998-2013, per il quale si è riservata ulteriori accertamenti, ed ha ipotizzato una transazione con riconoscimento ad Aias di parte delle somme dovute, talche e' infondata la notizia diffusa da alcuni organi di stampa che parlano di "tanti debiti e pochi crediti".
© Riproduzione riservata