Dal citofono della palazzina in pieno quartiere di Is Mirrionis a Cagliari esce una voce femminile: «Chi è?» Alla risposta del cronista, che si presenta e chiede di poter parlare con Fabiana Muscas, la donna replica spiegando che «non c'è, è fuori». Alla domanda successiva («sa cosa è accaduto a Milano? È possibile sapere qual è la versione della signora?») la linea non cambia: «Sì ma è fuori». E da quel momento la comunicazione si interrompe. Tutti i tentativi successivi si rivelano inutili. Chi si trova a quel piano non ha intenzione di dire altro.

Casa e lavoro

È lì che vive l'infermiera arrestata venerdì scorso a Milano con Marco Carta per il furto di sei magliette. Vedova da anni, una figlia che studia a Sassari, i genitori in pensione, divide l'appartamento col padre pensionato e la madre casalinga. Quando è ora, esce per andare a coprire il turno di lavoro al Brotzu (6-14 o 7-15 la mattina, 14-22 o 15-23 la sera, 22-6 la notte), svolta l'angolo e si dirige a piedi verso l'ospedale. «Tutti i giorni così, del resto bastano dieci minuti di camminata e non si hanno problemi per il parcheggio», sostengono dall'officina meccanica Cossu, dove a inizio pomeriggio il titolare e due amici in chiacchiera tra loro cascano dalle nuvole al sentire parlare dell'arresto: «Fabiana? La figlia di signor Gesuino? Era lei la donna con Marco Carta? Ma no, non è possibile. È una persona tranquilla, una lavoratrice».

Marco Carta (Ansa)
Marco Carta (Ansa)
Marco Carta (Ansa)

La pasticceria

Il padre, che oggi ha passato gli ottant'anni, è stato pasticciere per una vita. «Le distribuiva anche all'Oncologico», ricorda Piepaolo Aresu, che sugli scaffali ha una fotografia in bianco e nero dove si vedono i giocatori del Cagliari (anni '66 o '67, Gigi Riva è inconfondibile) e, seduto davanti a loro con in braccio una bambina molto piccola, Gesuino Muscas. «Lui passa qui davanti ogni mattina e va in farmacia per i medicinali», aggiunge l'amico seduto davanti alla sua scrivania. La figlia invece «si vede poco. Passa solo per andare al lavoro».

I vicini

Pochi tra i vicini e chi ha l'ufficio da quelle parti sembrano conoscere Fabiana Muscas, e pochi pare sappiano quel che è accaduto venerdì scorso. A breve distanza dal portone di ingresso della palazzina il signor Tore, ottantenne in buona forma, interrompe il colloquio con un giovane che lavora sul motore di un furgone parcheggiato a bordo strada, sgrana gli occhi e scuote la testa: «Fabiana? Una così brava ragazza? Non ci posso credere. Ma perché avrebbe dovuto farlo? Chissà cos'è successo». Finora non è stato possibile chiederlo a lei.

An. M.

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