"Non sono mai scappato dai miei doveri e se c'è qualcosa da cambiare nel Movimento lo faremo".

Comincia così il post sul Blog dei Cinque Stelle con cui Luigi Di Maio, dopo il tonfo alle Europee, annuncia di non escludere un passo indietro dal suo ruolo di capo politico. Ma anche che saranno gli iscritti alla piattaforma Rousseau a decidere.

"Prima di ogni altra decisione, oggi però ho anche io il diritto di sapere cosa ne pensate voi del mio operato - ha scritto -. Voglio sentire la voce dei cittadini che mi hanno eletto capo politico qualche anno fa. Quindi a voi la parola. Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato".

"Sarà tutto il Movimento 5 Stelle a scegliere. Se il Movimento rinnoverà la fiducia in me - aggiunge - allora ci metteremo al lavoro per cambiare tante cose che non vanno. Io personalmente con ancora più impegno e dedizione. La domanda a cui rispondere è: confermi Luigi Di Maio come capo politico del Movimento 5 Stelle?".

Le votazioni saranno aperte dalle 10 alle 20 di domani.

CAOS PARAGONE - Intanto il pavimento comincia a scricchiolare sotto i piedi dei pentastellati, formando crepe che rischiano di diventare voragini.

Oggi è il turno di Gianluigi Paragone, che in un'intervista infuocata al Corriere della Sera attacca Di Maio a testa bassa: "Abbiamo perso tutti, anche io. Ma il M5S è passato dal noi all'io. Finché si scriveva con la minuscola, l'io andava anche bene. Ma si è cominciato a scriverlo con la maiuscola. Se vuoi fare Superman, devi dimostrare di esserlo. A 32 anni non puoi fare il capo della prima forza del Paese, il vicepremier, il ministro dello Sviluppo economico e il ministro del Lavoro".

Alla domanda se Di Maio farà un passo indietro: "Lo farà. Decida lui da cosa. Abbiamo bisogno di una leadership forte: deve andare per sottrazione. Il M5S ha bisogno di un interlocutore che lo ascolti. E non può tenere due ministeri".

Parole che hanno scatenato il putiferio in casa 5 Stelle tanto che lo stesso Paragone ha deciso che è il momento di dimettersi: "Siccome io non voglio passare per traditore, consegnerò le dimissioni da parlamentare, sarà lui (Di Maio, ndr) a decidere che cosa farne. E se mi dice di restare resto, proprio perché c'è ancora un rapporto di fiducia".

(Unioneonline/D)
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