Il parto è previsto per il 16 marzo, ma nella notte le contrazioni si susseguono e la gestante decide di andare in ospedale. Elisa Macario entra al Santissima Trinità alle 7 del 26 febbraio assieme al marito Roberto Incani e viene ricoverata in Ostetricia.

Alle 15,30 il bimbo nasce ma c'è un problema: è pallido e non emette vagiti. Caricato in ambulanza e trasportato al Policlinico Universitario, arriva a Monserrato "già morto", dicono i medici. Una disgrazia inevitabile? O ci sono responsabilità?

L'inchiesta del pm

È quanto dovrà accertare la Procura, che ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo dopo l'esposto presentato dai genitori della piccola vittima. Il pm Alessandro Pili procede contro ignoti: ha fatto sequestrare documenti e cartelle cliniche e sentire dalla Polizia come persone informate sui fatti i genitori, i parenti più stretti e alcuni medici e infermieri dei due ospedali.

Inoltre ha ordinato l'autopsia, eseguita dal medico legale Nicola Lenigno: attende i risultati (60 giorni) prima di decidere quali ulteriori passi compiere.

L'esposto dei genitori

La cronologia di quanto avvenuto è riportata nella denuncia depositata dall'avvocato Valentina Marielli. Moglie e marito, 32 e 36 anni, sostengono che il parto sia avvenuto in una piccola stanza del Santissima Trinità priva a loro dire delle "necessarie strumentazioni che garantissero un adeguato monitoraggio del bambino".

Alla nascita, preoccupati per il colorito e il silenzio, il figlio era stato "portato via". Dopo circa 50 minuti il padre era andato a chiedere informazioni e aveva saputo che il piccolo aveva problemi respiratori, quindi doveva essere intubato e trasportato al Policlinico dove doveva rimanere per circa una settimana. L'uomo aveva seguito l'ambulanza ma al suo arrivo a Monserrato aveva scoperto che il figlio era arrivato già morto: "Non abbiamo potuto fare nulla", avevano detto i medici.

L'indiscrezione

Al Santissima Trinità il giorno dopo (27 febbraio) uno dei medici, parlando con la madre, aveva ipotizzato come possibili cause un doppio giro del cordone ombelicale o una mano del bimbo sistemata in una posizione tale da averlo, forse, strozzato.

Il 28, all'esito di un primo accertamento diagnostico che non sarebbe stato comunicato alla Procura, era stata ventilata anche una teorica malattia genetica. Poi i genitori, vista la gravidanza andata avanti "senza problemi" e un parto "avvenuto in modo naturale", hanno deciso di presentare un esposto.

I genitori

Padre e madre nella denuncia sostengono di "non sapere ancora" se il figlio "sia nato morto o abbia mai respirato" e si chiedono perché "cercare di rianimarlo per 50 minuti se era nato morto".

An. M.

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