"Questa è la stagione peggiore da quando esistiamo", dice senza esitare Libero Muntoni, seconda generazione - insieme a sua sorella Elena - della famiglia alla guida del gruppo Delphina. Le otto strutture della catena di alberghi e resort del nord Sardegna solitamente cercano di allungare l'estate il più possibile, alcune tirano avanti fino all'ultima settimana di ottobre. Quest'anno andrà diversamente. "Se continua questo trend saremo costretti ad anticipare le chiusure e rivedere tutti i programmi. Il nostro resort di Cannigione avrebbe dovuto chiudere il 20 ottobre, non credo che sarà possibile arrivare così in fondo", spiega il direttore di marketing e comunicazione del gruppo. La colpa, più che della fiammata dei contagi agostana, è dell'impatto delle prime pagine dei giornali nazionali sull'animo dei turisti. Di conseguenza, l'umore degli albergatori è nero, anche perché i numeri della diffusione del virus in Sardegna sono decisamente più bassi rispetto ad altre regioni, dove l'industria delle vacanze non è stata messa in discussione.

Cosa prevedete per settembre? "In questi giorni stiamo ricevendo più cancellazioni che prenotazioni. L'impatto dell'ultima ondata del Covid sul turismo è stato devastante. Dal caso di Santo Stefano in poi è stata una discesa continua. Alcuni clienti sono scappati. Purtroppo l'effetto che possono avere queste notizie sulle famiglie è distruttivo. La gente, che era partita già con qualche timore, si è sentita catapultata dentro una guerra che stava per scoppiare".

Quali saranno le conseguenze di tutto questo? "Dovremo chiudere in anticipo. Abbiamo fatto tanta fatica per salvaguardare i posti di lavoro, ci sono persone che lavorano con noi da tanto tempo, la nostra è una grande famiglia. Avevamo oltre mille dipendenti nel cuore della stagione, quest'anno purtroppo non siamo stati in grado di garantire numeri simili. I danni sono anche sociali, e si vedranno presto".

In che senso? "Tanti albergatori, per via dell'incertezza di questa estate, hanno deciso di fare contratti con scadenza al 31 agosto, con l'intenzione di allungarli per qualche mese a seconda della durata della stagione. Con la situazione che c'è adesso, chi li rinnoverà?" E' la stagione peggiore.

"Sì. E le conseguenze non si limiteranno al settore turistico. Pensate a tutte le forniture per gli alberghi, che verranno pesantemente ridotte. Il nostro gruppo cerca di privilegiare l'agroalimentare della nostra Isola. Siamo all''80% di prodotti sardi. Per ogni milione di spesa in meno, sono 800mila euro che vengono a mancare per i produttori di olio, mirto, formaggio, vino". C'è la possibilità di rimediare? "Si può cercare di recuperare, studiando una campagna di comunicazione con toni rassicuranti. Ma sinceramente non vedo più possibile un allungamento della stagione, quest'anno. Per gli operatori di tutta la Sardegna è stata una bastonata inattesa. Abbiamo fatto un miracolo per aprire le strutture, fare le manutenzioni in poco tempo e recuperare tanti dipendenti. L'obiettivo di tutti era quello di avere un bilancio in pari o con la minor perdita possibile. Senza dimenticare i clienti: era fondamentale accogliere di nuovo i "repeaters", le persone che vengono ogni anno. C'era il rischio di perderle per sempre. Non ci saremmo mai aspettati una simile campagna".

Qualcuno sostiene che si sia trattato di un attacco all'Isola e alla sua industria turistica.

"Non sono complottista. Credo sia nata una bagarre politica e giornalistica, che ci ha danneggiato. Difficilmente ci dimenticheremo di quest'anno".
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