L'iter sarà lungo e complesso, ma il progetto di legge per l'inserimento del principio di insularità in Costituzione ormai è instradato. Ieri in commissione Affari Costituzionali del Senato si è tenuto il terzo ciclo di audizioni, i primi due erano stati dedicati ai costituzionalisti e al Comitato scientifico per l'Insularità.

Terza audizione

Collegati in videoconferenza sono stati ascoltati il governatore Christian Solinas e i presidenti del Consiglio regionale e della commissione speciale per l'Insularità Michele Pais e Michele Cossa. Il presidente della Regione è andato dritto al punto: «La Sardegna è l'unica Regione in Italia senza un'autostrada, senza il metano, senza una rete ferroviaria diffusa e senza collegamenti certi e continui con la Penisola. Inoltre, l'indice infrastrutturale della Sardegna non solo è il più basso del Paese ma mostra un forte peggioramento negli ultimi anni». Detto ciò, «bisogna proseguire con celerità il percorso che porti alla definizione degli svantaggi strutturali permanenti, aspetti oggetto anche dell'accordo in materia di finanza pubblica sottoscritto tra il Governo e la Regione il 7 novembre 2019 che prevede espressamente l'adozione degli strumenti compensativi più idonei alla loro rimozione in ossequio ai principi di uguaglianza, coesione territoriale e pari opportunità».

Ingiustizie

Secondo Michele Pais «l'inserimento del principio all'articolo 119 della Costituzione rappresenta un anello di congiunzione tra la Carta stessa e lo Statuto speciale sardo che all'articolo 13 prevede che lo Stato, col concorso della Regione, disponga un piano organico per favorire la rinascita economica e sociale dell'Isola». Cossa si è soffermato in particolare sull'applicazione delle regole sugli aiuti di Stato: «Far valere in Sardegna le stesse norme che si applicano nelle regioni più ricche d'Europa significa realizzare la più grave delle ingiustizie e vanificare il dettato dell'articolo 174 del trattato sul Funzionamento dell'Unione europea», ha detto con riferimento particolare alla continuità territoriale aerea. Il consigliere dei Riformatori ha anche ricordato che «ogni anno, per il solo fatto di vivere in Italia e operare in un'Isola, cittadini e imprese sarde pagano una vera e propria tassa aggiuntiva di un miliardo di euro».

Roberto Murgia

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