Lavoratori a rischio nell'area industriale di Porto Torres a causa del blocco degli investimenti che potrebbe lasciare a terra le forze lavoro impiegate nell'indotto. Il prezzo del petrolio e l'emergenza sanitaria: una situazione di malessere che pone un serio problema di produzione e di assorbimento di produzione per attività che gravitano intorno all'ex petrolchimico. Un impatto notevole sulla mobilità e sull'economia con una contrazione dei consumi energetici devastante.

Ne sono convinti i sindacati che lanciano l'allarme. "I primi a subirne le conseguenze nella zona industriale di Porto Torres saranno le ditte appaltatrici che orbitano attorno alle aziende Eni - sostiene Gianfranco Murtinu, segretario generale Filctem-Cgil di Sassari - le ditte esterne impegnate nelle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e nelle attività di investimento legate alle aziende del cane a sei zampe. Per esempio le ditte terze che contano circa 250 lavoratori erano state coinvolte nell'attività di smantellamento di vecchie linee di produzione di elastomeri (Sbr), linee vetuste di 90 anni che Eni intendeva dismettere con un progetto da 3 milioni e 200mila euro, lavori avviati e ora bloccati e che hanno lasciato a casa circa 20 lavoratori su 40 tra pontisti, coibentatori e meccanici. Ma ci sono anche metalmeccanici dipendenti dell'azienda Cimi. In totale circa 120 lavoratori su 250 in cassa integrazione Covid e credo che ci rimarranno ancora a lungo".

Per la società Eni "le attività legate agli investimenti sono state rimodulate in funzione delle necessarie precauzioni previste nei vari provvedimenti governativi sull'adozione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro".
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