Protesta dei lavoratori dei call center, promossa da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil regionali, questo pomeriggio davanti alla prefettura di Cagliari in concomitanza con l'incontro a Roma fra le segreterie nazionali di categoria e i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico.

Fra le rivendicazioni del settore - che in Sardegna coinvolge circa 10mila lavoratori - l'estensione delle clausole sociali, il rispetto delle tariffe minime e la lotta al dumping contrattuale e alle delocalizzazioni, l'esigibilità degli ammortizzatori sociali e il fondo di solidarietà.

Secondo i sindacati, la situazione del comparto, nonostante la regolamentazione della clausola sociale e delle tabelle ministeriali sul costo minimo del lavoro in caso di cambio di appalto, continua a registrare grande sofferenza e il rapporto con le istituzioni non sempre ha portato ad azioni risolutive.

Oggi i presidi davanti alle prefetture, ma la mobilitazione, avvertono le sigle, proseguirà con un pacchetto di ore di sciopero "se non si avranno adeguate risposte, a partire dall'incontro di questo pomeriggio a Roma".

(Unioneonline/F)
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