Si è appena concluso a Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico, il presidio dei lavoratori delle centrali elettriche.

L'iniziativa è terminata con un nulla di fatto, visto che i sindacati non sono stati ricevuti da nessun rappresentante del Ministero.

Nel palazzo di via Molise nel pomeriggio si è svolta la prima riunione sullo stop al carbone del 2025. Presenti, oltre al Mise e al Ministero dell'Ambiente, anche Terna e le società che producono energia elettrica. Non sono stati convocati i sindacati, che invece hanno organizzato il sit in.

Dalla Sardegna è arrivata la delegazione di operai da Fiumesanto, non quelli del Sulcis che non hanno trovato posti aerei disponibili.

Dal Ministero hanno fatto sapere che l'incontro con le parti sociali si svolgerà il 17 giugno. "Una data che non ci sta bene - dice Gianni Leoni, dipendente della centrale di Fiumesanto - c'è bisogno di affrontare subito il problema, in Sardegna si rischia il disastro sociale senza alternative immediate".

"Tra tutte le Regioni, la Sardegna è quella che rischia di più - dice Fabio Pascai - se si concretizza lo stop al carbone senza una valida alternativa, nella nostra Isola si pagherà il prezzo più alto".

"Siamo molto delusi - dice Giovanni Luigi Cau - non solo le segreterie sindacali non sono state ricevute, ma l'incontro è stato fissato per giugno. Il futuro dei dipendenti diretti delle centrali e di tutto l'indotto è a rischio".
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