Un voto da sciogliere a tutti i costi. Quello in onore a San Salvatore. Gli Scalzi non mollano: tra i fedelissimi al loro Gesù c'è l'enorme voglia di difendere a gran voce la tradizione secolare. E cioè il trasporto a piedi nudi del simulacro, dalla chiesa di Santa Maria Assunta all'antico villaggio del Sinis. Quello che il Covid-19 potrebbe però fermare.

Oggi l'ennesimo colpo di scena: la preparazione di un nuovo documento da parte di un gruppo di corridori da presentare nelle prossime ore al direttivo dell'associazione "Is curridoris", lo stesso che la settimana scorsa ha annunciato che per quest'anno la Corsa degli Scalzi non si terrà "per il bene di tutti", vista l'emergenza sanitaria ancora in atto.

Ma anche perché correre indossando la mascherina, come del resto prevede l'ultima ordinanza regionale in caso di eventi, significherebbe snaturare la corsa. Decisione che però non è andata giù ai tanti fedeli con il cuore e le testa già negli sterrati del Sinis. E che ha scatenato nei giorni scorsi anche le dimissioni del vicepresidente dell'associazione Simone Manca. Ma tra attriti e fede c'è chi continua a sperare, in attesa di una risposta definitiva da parte delle istituzioni.

Nel nuovo documento, quello che se accolto da tutti poi sarà presentato in prefettura, vengono elencate le regole che tantissimi Scalzi sono disposti a seguire.

"Per garantire il distanziamento siamo favorevoli anche a non correre, ma a trasportare il nostro Santo in passeggiata - spiega Simone Manca, ex vice presidente dell'associazione -. A quel punto non sarebbe necessario l'utilizzo della mascherina. Nessun bacio poi al Santo e nessun ingresso al villaggio tutti assieme. La nostra idea, una volta arrivati a San Salvatore, è quella di disperderci per evitare assembramenti".
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