Carta e penna alla mano per prendere appunti sui cambiamenti climatici nell'Oristanese.

Dal caldo afoso ai bruschi cali delle temperature, dalla siccità alle abbondanti e improvvise piogge che causano allagamenti e disagi. Ma anche su come la Sardegna è impegnata già da tempo ad affrontarli.

Il Golfo di Oristano fa notizia. Oggi 25 giornalisti internazionali si sono ritrovati a Marceddì per capire, grazie alla presenza di diversi esperti, come si possono proteggere le zone umide della Provincia.

L'occasione era il convegno organizzato dalla Fondazione Medsea che, con il progetto Maristanis, una sorta di laboratorio di risposte all'emergenza ambientale, è impegnata a difendere le zone umide del Golfo. C'era la stampa di tutto il mondo: greci, francesi, libanese, turchi, egiziani, serbi e spagnoli.

"Ora tutti conoscono i progetti che stiamo mettendo in piedi per difendere le zone umide del Golfo che, se in buona salute, evitano allagamenti e disastri perché defluiscono le acque negli stagni e non nei centri urbani - ha spiegato Alessio Satta. presidente della Fondazione Medsea -. Le zone umide svolgono un ruolo fondamentale nei processi di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico. Proteggerle e promuoverne lo sviluppo sostenibile significa offrire soluzioni naturali concrete a un fenomeno".

Domani i giornalisti visiteranno le zone umide di S'Aena Arrubia, Arborea, Cabras e San Vero Milis.
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