Chi l'ha detto che la filosofia è una materia "barbosa" e difficile, adatta solo a specialisti del settore o a professionisti del ragionamento? Basta leggere un libro vivace e coinvolgente come "Le avventure della filosofia" (Sonda, 2019, pp. 320) per rendersi conto che questa materia un po' vituperata e un po' sottovalutata può diventare facilmente un vero e proprio inno alla curiosità. Scoprirla, allora, può trasformarsi in un viaggio fatto di racconti e domande in grado di stimolare menti audaci e aperte alle novità come sono quelle della maggior parte dei ragazzi.

Certo, per presentare la filosofia ai più giovani ci vuole un pizzico di coraggio e anche di spregiudicatezza, qualità che sicuramente non mancano all'autore del volume, il filosofo irlandese Brendan O'Donoghue, che ha avuto il coraggio e la bravura di introdurre i concetti più rivoluzionari del pensiero filosofico dall'antichità fino ai giorni nostri attraverso 27 racconti. Racconti ideati per stimolare il pensiero critico e la capacità di affrontare i problemi dei bambini e che sono vivacizzati dalle illustrazioni di Paula McGloin. Il risultato è un libro che si affronta con leggerezza ma che quasi impercettibilmente sollecita le menti giovani a pensare in maniera critica e a non aver paura della complessità.

Perché è questo che la filosofia può offrire soprattutto ai giovani, come ci spiega il curatore dell'edizione italiana del volume, Leonardo Caffo, docente di Filosofia al Politecnico di Milano e Torino e all'Università di Siracusa.

"La filosofia offre ai bambini e ai ragazzi una strumentazione di pensiero, né più e né meno. A bambini e ragazzi la filosofia non può offrire il contenuto filosofico, nel senso delle teorie di Kant o Hegel, ma le ragioni per cui da adulti poi produciamo contenuto: dilemmi morali, paradossi cognitivi... tutte queste cose sono spiegabili col gioco, le storie".

Particolare della copertina del libro
Particolare della copertina del libro
Particolare della copertina del libro

Ma da bambini non è presto per cominciare a filosofare?

"La filosofia come metodo dovrebbe iniziare a essere spiegata almeno alle elementari; poi i contenuti arrivano in qualche modo da sé. In questo senso saluto con gioia progetti come quelli della filosofia per bambini, solo che spesso gli insegnanti più che filosofia ai ragazzi fanno fare esercizi demenziali: tipo colora questo o quello. Abbiamo bisogno invece di insegnamenti ministeriali di filosofia dalle scuole primarie: insegnare a pensare significa insegnare a vivere".

Come possiamo fare amare la filosofia ai ragazzi?

"Un libro come 'Le avventure della filosofia' ci mostra una strada da seguire: trasformare un pensiero in una avventura, parlare delle vite dei filosofi, cercare di fare esempi che riguardino la vita quotidiana. È giusto rubare una penna quando non ti vede nessuno? Se no, perché? La giustizia esiste anche in assenza di giudice? Il problema, però, non sono i ragazzi, filosofi per natura, ma gli insegnanti".

In che senso?

"Per fare amare la filosofia ai ragazzi bisogna prima di tutto mettere i filosofi a scuola, non i burocrati: perché in Italia non basta un dottorato in filosofia per insegnare alle superiori? La burocrazia ci seppellirà, forse però ci salveranno proprio i ragazzi".

Ma la filosofia può essere divertente?

"Sì, ovviamente. Ma come ogni altra materia: la matematica, la biologia, il diritto. L’idea che studiare sia noioso deriva dalle spiegazioni stantie che vengono date delle cose. Ogni scoperta è divertente, non venderei l’idea della filosofia come qualcosa di speciale in tal senso. Per questo la domanda, in sé, non ha senso: perché la filosofia non dovrebbe essere divertente?".

E cosa aggiunge la fantasia alla filosofia?

"Nulla, la filosofia è già fantasia. Dalla caverna di Platone in avanti i filosofi usano storie, miti, fumetti, cartoni, film per spiegare le loro cose. C'è più filosofia che fantasia in un cartone animato giapponese o in una serie tv Netflix".

Ma la filosofia ci rende cittadini migliori, più consapevoli?

"Non credo. Al massimo la filosofia fa capire quanto siano sprecate le nostre vite dentro contesti come quelli che ci auto-imponiamo. I filosofi sono dei terroristi gentili: non mettono bombe ma mirano comunque a sovvertire l'ordine vigente. Non c'è niente di più noioso che essere cittadini consapevoli".
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