Una puntuale ricostruzione di cento anni di errori, culminati nella decisione, che risale al 1989, di realizzare quella "bretella" che avrebbe cambiato le sorti della circolazione di Genova. E che avrebbe portato, con il suo mare di macchine e tir in circolazione, ad incrementare la fragilità di quel ponte tragicamente crollato il 14 agosto 2018.

Sono i contenuti del nuovo libro del giornalista genovese Franco Manzitti, che in "Cronaca di un crollo annunciato" (Piemme, pag. 221, giugno 2019) spiega il pre e il post della tragedia del viadotto Morandi.

Una pagina buia della storia del nostro Paese ampiamente annunciata, secondo Manzitti, e a partire proprio dall'estate del 1989 quando "un importante assessore della giunta comunale di pentapartito, Giovanni Bagnara" spiegò che "...quel ponte non ce la fa più, è ad alto rischio crollo! Lo sostengono i tecnici dell'Anas".

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Sempre nello stesso anno, prima di morire, lo stesso Riccardo Morandi scriveva lettere accorate: "Controllate quel ponte, verificate il cemento armato, indagate sugli stralli!", scrive ancora Manzitti.

In "Cronaca di un crollo annunciato" il giornalista genovese racconta il prima e il dopo di quell'evento che ha portato alla morte di 43 vittime innocenti. E lo fa grazie alla sua esperienza di capocronista de "Il Secolo XIX" dal 1981 al 1986 e dal 1987 al 1989, poi quella di direttore de "Il Lavoro" e, quindi di caporedattore de "La Repubblica" per la Liguria dal 1992 al 1995 e dal 2000 al 2009.

Un libro, dunque, che come spiega il giornalista Massimo Donelli nella prefazione, nasce per rabbia e per amore, e che indaga come in un giallo - purtroppo vero - su un evento che ha spezzato non solo il cuore dei genovesi, ma di tutta l'Italia.

Nelle pagine del testo anche le storie di chi, sotto quel ponte, ha vissuto 65 anni, come Gherardo Ghirardini, 85 anni al numero 39 di via del Campobasso. Oggi, tante vite spezzate da recuperare.

"Chissà quando arriveranno le sentenze, quando si concluderanno i processi. Quando potrà toccarsi con mano, davvero - conclude Manzitti - un risarcimento morale per tutti quei morti, per tutti quelli che hanno subito danni. Chissà quando la giustizia lascerà la sua parola definitiva sulla grande tragedia di Genova, annunciata e scampata per tanti anni. Persa in una'attesa lunga, piena di segnali forti, di avvenimenti rimossi, di dibattiti sterminati e alla fine letteralmente inutile".

(Unioneonline/v.l.)
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