Comprendere la disabilità non solo "vedendola" ma vivendola, sentendone gli ostacoli e le potenzialità, sperimentando modalità diverse di entrare in contatto con gli altri e con il mondo.

È questo l'obiettivo del progetto Agitamus, nato l'anno scorso a Porto Torres in collaborazione col Comitato Italiano Paralimpico e la coordinazione dello psicologo dello sport Manolo Cattari.

Ben dodici gli istituti coinvolti. Otto sono del Nord Sardegna: gli Istituti Comprensivi di Sennori, Arzachena, Perfugas, Tempio Pausania e Sorso, a Sassari l'Istituto Comprensivo Monte Rosello Basso, a Castelsardo l'Istituto Comprensivo Eleonora d'Arborea e ad Alghero l'Istituto Comprensivo n. 3. Nel Sud Sardegna invece hanno aderito a Cagliari l'Istituto Comprensivo Santa Caterina, a Selargius l'Istituto Dante Alighieri, a Carbonia l'Istituto Comprensivo Deledda Pascoli e a Maracalagonis l'Istituto Comprensivo Manzoni.

Anche con la nuova gestione targata Cristina Sanna, il Comitato Italiano Paralimpico segue attentamente il progetto. Non a caso l'ex commissario straordinario Paolo Poddighe coordina in toto i lavori anche in versione di vice presidente vicario, a testimonianza del suo stretto legame con un'idea innovativa che con il suo appeal ha stregato pure la Regione Sardegna, finanziatrice con un sostanzioso contributo. Importante anche l'ausilio di altri due organismi: Direzione Scolastica Regionale e Ordine degli Psicologi.

A Manolo Cattari si sono affiancate Oriana Pistidda e Monica Pirina. "La cosa più bella e inedita è che il progetto si struttura con nuovi moduli - afferma Cattari - ciascuno con una propria traccia da modellare attraverso una serie di attività. Altra caratteristica di grande impatto è la capillarità, perché ora lavoriamo su format standardizzati, identici in tutte le scuole dove Agitamus agisce ed è esportabile ovunque".
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