Gioacchino Rossini, Gaetano Donizetti, Vincenzo Bellini, Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini hanno tutti una cosa in comune oltre al talento musicale: hanno pubblicato la maggior parte dei loro capolavori con la Ricordi, la casa editrice specializzata nella musica che è stata assolutamente centrale nella grande stagione vissuta dalla lirica e dal melodramma tra Ottocento e primo Novecento.

Vincenzo Bellini in un ritratto di Roberto Focosi (litografia - Archivio Ricordi)
Vincenzo Bellini in un ritratto di Roberto Focosi (litografia - Archivio Ricordi)
Vincenzo Bellini in un ritratto di Roberto Focosi (litografia - Archivio Ricordi)

Nata nel 1808, Casa Ricordi ha, infatti, attraversato due secoli di cultura e storia nostrana: il periodo aureo dell'opera italiana dal 1830 al 1910 circa, i rivolgimenti nella prima decade del XX secolo e i decenni successivi fino al 1945, il dopoguerra con le sue decisive innovazioni del genere operistico in Italia.

Questo patrimonio di storia e cultura lo ritroviamo nello straordinario Archivio storico di Casa Ricordi composto da 7.800 partiture originali (manoscritte e autografe) per più di 600 opere, 10.000 libretti d'opera, 6.000 fotografie, 13.500 documenti iconografici tra bozzetti teatrali, figurini, disegni di scena e costumi a colori in gran parte usati per anteprime mondiali. Questo immenso tesoro è ospitato dalla Biblioteca Braidense di Milano ed è miniera di inestimabile valore per gli studiosi e appassionati della musica. Negli ultimi anni il gruppo media Bertelsmann, che è proprietario della collezione Ricordi, ha deciso di valorizzare al meglio l'archivio rendendolo sempre più fruibile e soprattutto aperto a tutti. È nata così la Collezione Digitale dell'Archivio, lanciata nel 2016 e che prevede, nel giro di qualche anno, la completa digitalizzazione del patrimonio Ricordi.

Giulio Ricordi (immagine da Archivio Ricordi)
Giulio Ricordi (immagine da Archivio Ricordi)
Giulio Ricordi (immagine da Archivio Ricordi)

Un passo importante in questa direzione è la pubblicazione sul sito dell'Archivio Ricordi della raccolta di corrispondenza aziendale, un totale di 31mila lettere originali che raccontano dal vivo, quasi in presa diretta, la storia di una delle più grandi case editrici musicali, ma soprattutto ci permettono di ricostruire le relazioni professionali, spesso anche personali, che i Ricordi tessevano in tutto il mondo con autori, compositori, artisti, impresari, politici e giornalisti.

Tito II Ricordi, figlio di Giulio (foto Studio Bertieri, Torino - Archivio Ricordi)
Tito II Ricordi, figlio di Giulio (foto Studio Bertieri, Torino - Archivio Ricordi)
Tito II Ricordi, figlio di Giulio (foto Studio Bertieri, Torino - Archivio Ricordi)

Un grande progetto culturale che è però allo stesso tempo un esempio di come le moderne tecnologie ci possono aiutare non solo a salvaguardare la cultura, ma a fare cultura, a renderla più popolare e fruibile.

La collezione digitale dell'Archivio di Casa Ricordi, infatti, è di libero accesso ed è totalmente gratuita. Il "Progetto Lettere di Casa Ricordi" si avvale della consulenza della storica Patrizia Rebulla e del Digital Humanities Institute dell'Università di Sheffield, ed è pensato perché le lettere siano solo un primo passo per accedere a tutto l'universo che ruotava attorno alla casa editrice. Il sistema di catalogazione permette una navigazione attraverso tutti i documenti correlati alle lettere, conservati in archivio e non solo. Le lettere sono state, quindi, interamente trascritte, e in parte tradotte in inglese. Sono state annotate collegando nomi, luoghi e opere musicali al resto del database aziendale. Nomi, titoli di opere, corrispondenza precedente, eventi storici, presenti nei testi trascritti sono indicizzati con collegamenti di tipo standard, codificati dalla Library of Congress di Washington alle corrispettive voci dell'Enciclopedia Treccani, del Dizionario biografico degli Italiani, di Wikipedia o di documenti di altri archivi fisici. In sintesi, molto di più e molto meglio che un semplice archivio di consultazione.

Lettera di Giuseppe Verdi a Giulio Ricordi dopo la morte di Richard Wagner, Genova 15 Febbraio 1883 (Archivio Ricordi)
Lettera di Giuseppe Verdi a Giulio Ricordi dopo la morte di Richard Wagner, Genova 15 Febbraio 1883 (Archivio Ricordi)
Lettera di Giuseppe Verdi a Giulio Ricordi dopo la morte di Richard Wagner, Genova 15 Febbraio 1883 (Archivio Ricordi)

Allo stesso tempo l'archivio è pensato come uno spazio collaborativo, aperto ai contributi degli appassionati di musica per completare le trascrizioni dei documenti. Gli studiosi che hanno già lavorato in questi decenni sui materiali per scopo di ricerca, ad esempio, possono collaborare in modo più immediato e diretto attraverso il sito, diventare parte viva dell'archivio stesso grazie alle possibilità offerte da Internet e dalla moderna tecnologia digitale. Tecnologia che offre anche qualche piccola magia come la piattaforma Traskribus, uno strumento di apprendimento computerizzato che riconosce la scrittura a mano e riesce a trasformarla in testo digitale.

La piattaforma è stata sviluppata nell'ambito del progetto dell'Unione Europea READ, pensato proprio per portare gli archivi nel terzo millennio e oltre. Oggi il programma di trascrizione automatica, una volta debitamente allenato a riconoscere la scrittura, ha un margine di errore simile a un attento trascrittore a mano e quindi inutile nasconderlo: il futuro è tutto suo. E tutto nostro, dato che grazie a questi piccoli prodigi ci ritroviamo tutto l'archivio Ricordi in casa.

Roberto Roveda
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