Una mostra dedicata alla riscoperta di un grande capolavoro di Francesco Hayez.

Arriva (da domani) alla Galleria d'arte moderna (Gam) di Milano una delle quattro versioni di "Valenzia Gradenigo davanti agli inquisitori", l'ultima in ordine cronologico del grande pittore italiano e di cui si conosceva l'esistenza, ma che finora non era mai stata trovata.

La scoperta sul mercato antiquario da parte di un collezionista e la sua attribuzione a Francesco Hayez hanno offerto, dunque, alla Gam l’occasione per presentare il dipinto al pubblico, ricostruendone la storia e mettendolo a confronto con le altre tre versioni dello stesso soggetto, realizzate dal pittore tra il 1832 e il 1845 e concesse in prestito da Brera, da Gallerie d’Italia e da un collezionista privato.

Le quattro opere sono poste in dialogo con altre preziose tele di Hayez (dai grandi ritratti, tra cui quello di Alessandro Manzoni e di Matilde Juva Branca, alla "Maddalena penitente") e con dipinti di storia del primo Romanticismo esposti nelle sale della galleria milanese che, insieme a Brera, conserva il nucleo più significativo di opere di Hayez.

LA STORIA DEL DIPINTO - Colpevole di aver tentato di salvare l'amato Antonio Foscarini, ambasciatore della Repubblica di Venezia condannato per tradimento nel 1622, Valenzia Gradenigo, viene condotta davanti ai giudici dell'Inquisizione, tra cui il padre, davanti al quale, sentendosi scoperta e quindi perduta, sviene. L'episodio è ispirato al romanzo francese "Foscarini ou le patricien de Venise" e si intreccia con la vicenda storica di Foscarini, resa celebre all'epoca dalla tragedia omonima di Giovanni Niccolini (1827).

È un tema emblematico dello spostamento della pittura di Hayez su un binario romanzesco e sentimentale, che in questi anni costruisce, con grande successo, il mito di una Venezia torbida e misteriosa. Come in una sequenza cinematografica, Hayez gli dedicò infatti ben quattro dipinti nell'arco di quindici anni, qui riuniti per la prima volta e messi a confronto sia con gli studi e i disegni preparatori sia con le derivazioni – incisioni, illustrazioni, opuscoli – che ne attestano il successo di pubblico e la fortuna iconografica.

La mostra è aperta sino al 17 febbraio 2019.

(Unioneonline/v.l.)
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