Saggista, scrittrice e poetessa, Mercede Mundula racconta nei suoi versi l'Isola e le sue donne. Una delle più affascinati figure femminili del Novecento in Sardegna.

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Secondogenita del notaio Carlo Mundula e di Nepomucena Zuddas, Mercede Mundula nasce a Cagliari l'1 marzo 1890. Appena diciottenne riceve per la sua vivacità intellettuale il diploma d’onore della Scuola Normale, licenza che non viene attribuita da parecchio tempo. La passione per gli studi deriva da una famiglia di grande cultura: il padre è presidente dell’Ordine notarile e segretario generale degli Ospedali riuniti.

"Nonno Carlino – racconterà una nipote oggi stimata storica dell'arte e scultrice – recitava a memoria interi canti di Dante e i migliori brani degli autori greci e latini".

Fin da bambine Mercede e le sue quattro sorelle entrano dunque a contatto con i grandi nomi della letteratura e della storia. Poco più che ventenne Mercede convola a nozze con Attilio Caboni, giovane avvocato cagliaritano con cui si trasferirà a Roma.

A ROMA - Nella Capitale la Mundula frequenta spesso Antonio Scano, onorevole nonché zio e testimone di nozze, e sarà lui a presentarle Grazia Deledda, anche lei da poco trasferitasi con il marito Palmiro Madesani. Le due donne ed intellettuali, cui è toccata la stessa sorte, seppur lontane per età stringono subito una bella e sincera amicizia, che le legherà per vent’anni e sino alla morte di Grazia.

Nel 1918, dall'agosto al settembre, ogni mercoledì Mercede pubblica su "Il Tempo" una serie di articoli sulle figure femminili della scrittrice nuorese. La stessa Deledda la ringrazierà pubblicamente per questo.

LE PUBBLICAZIONI - A 31 anni esce il primo volume di poesie dal titolo "La piccola lampada", raccolta di versi salutata da critiche entusiastiche su buona parte della stampa nazionale. Nel 1927 avvia numerose collaborazioni fra cui quella con "L’Unione Sarda" e quella con la rivista letteraria "L'Italia che scrive", dove la sua firma compare accanto a quelle di Trilussa, Marinetti, D’Annunzio, Ada Negri e molti altri.

Seguono altre importanti pubblicazioni, ed è proprio grazie al ritratto di una donna che arriva la vera consacrazione: nel 1938 esce, pubblicato da Treves, "La moglie di Verdi: Giuseppina Strepponi". La prima edizione va letteralmente a ruba, e il successo travalica i confini nazionali.

L’attenzione per le donne cresce con i primi anni Quaranta, quando Mercede gira l’Italia parlando di figure femminili di grande rilievo. Sono anche gli anni del distacco dalla Sardegna, dovuto alla guerra che spezza ogni legame fra Cagliari e la Capitale.

È quasi a compensazione di questo allontanamento forzato che la Mundula inizia a comporre versi inediti in lingua sarda, con l'obiettivo di valorizzare e tenere viva una lingua così poetica ed espressiva.

L’intensa attività letteraria si interrompe bruscamente l’1 maggio 1947: Mercede si spegne prematuramente all’età di 57 anni. L'amata Cagliari la ricorderà con un premio letterario biennale e una meravigliosa terrazza nel quartiere Castello che portano il suo nome.

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