Così la bandiera con la cinque vele nere, il poco ambito vessillo che ogni anno l'associazione attribuisce ai progetti e alle scelte che recano danno e rischi per il mare e le coste italiane, va al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, perchè - si legge nella motivazione - "nelle ultime settimane è tornata più volte sulla necessità di puntare sui giacimenti di petrolio nazionale e di sbloccare le attività estrattive, tra cui le numerose richieste off-shore che oggi attendono di andare avanti". "E' ora di dire basta ad una inutile corsa al petrolio - dice Goletta Verde - Già oggi le aree interessate dalle attività petrolifere occupano una superficie marina di circa 24mila kmq, un'area grande come la Sardegna. Le quantità stimate sotto il mare italiano sono di appena 10 milioni di tonnellate e stando ai consumi attuali, si esaurirebbero in soli due mesi".

Secondo gli ambientalisti, "continuare a rilanciare l'estrazione di idrocarburi nel mar Mediterraneo e l'apertura alle compagnie petrolifere della Zona E tra la Sardegna e le Baleari, è solo il risultato di una strategia insensata che non garantisce nessun futuro energetico per il nostro Paese e incrementa i rischi e i danni per il mare e l'ambiente. Purtroppo anche l'attuale Governo sembra confermare questa scellerata strada". "Ci opponiamo fermamente al rischio che la Sardegna diventi il nuovo Eldorado delle compagnie petrolifere - sottolinea Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde - un territorio di inestimabile valore naturalistico che non può permettersi di ipotecare il proprio futuro, subendo scelte scellerate ed esponendosi a enormi rischi ambientali. Inoltre le realtà locali restano succubi di queste scelte scellerate: Regioni, Province e Comuni sono, infatti, ormai tagliate fuori dal tavolo decisionale. Il futuro, la bellezza, l'economia del nostro Paese viene svenduto per un pugno di taniche".
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